Fonosimbolismo

Definizione

Procedimento stilistico, tipico della poesia novecentesca, per cui ad una serie di suoni linguistici viene attribuito uno specifico significato semantico.

Spiegazione ed esempi

Da un lato il procedimento fonosimbolico dà origine a specifiche figure retoriche, quali l'onomatopea, con cui si riproducono sulla pagina le sensazioni uditive della realtà; dall’altro, fanno parte del fonosimbolismo quelle tecniche (quali, ad esempio, la successione di determinate vocali “aperte” o “chiuse”, di certi suoni consonantici o di alcuni nessi consonantici e così via) con cui - soprattutto in poesia - si evocano e si suggeriscono particolari sensazioni o atmosfere.

Il fonosimbolismo è tecnica cui ricorre in particolare la poesia di Giovanni Pascoli e delle sue Myricae, come Lavandare e L’assiuolo. Ma ricorrono alla caratterizzazione fonosimbolica dei loro versi anche Gabriele D’Annunzio nella celebre Pioggia nel pineto o, più avanti, anche Eugenio Montale (come nei vv. 9-12 di Meriggiare pallido e assorto: “Osservare tra frondi il palpitare | lontano di scaglie di mare | mentre si levano tremuli scricchi | di cicale dai calvi picchi”, caratterizzati dalla ricorrenza dei suoni - c -, - s -, - r -).