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“Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo: riassunto della trama

Introduzione

 

Victor Hugo (1802-1885) pubblica Notre-Dame de Paris nel 1831, a soli ventinove anni. La storia narrata si svolge nel 1482 e vede protagonisti Quasimodo, il gobbo campanaro della famosa cattedrale parigina, la bellissima zingara Esmeralda e il malvagio arcidiacono Frollo. La cattedrale di Notre-Dame, capolavoro dell’arte gotica, è lo scenario principale degli avvenimenti, che l’autore dipinge con ricchezza di descrizioni e digressioni (storiche, filosofiche e politiche) ma anche circondando di un’aura lirica e roamntica le due figure principali (Quasimodo ed Esmeralda) e la loro tragica vicenda.

Il successo del romanzo all’epoca fu enorme, consacrando Hugo come uno dei più grandi scrittori romantici dell’Ottocento (dopo le opere teatrali del Cromwell del 1827 e dell’Hernani del 1830) e imponendosi nell’immaginario collettivo per la monumentale ricostruzione di Parigi (come poi sarà per la Parigi primo-ottocentesca de I miserabili) e della sua cattedrale.

 

Riassunto

 

Parigi, Epifania del 1482: in città sono giunti degli zingari di origine franco-spagnola che hanno occupato una vasta zona periferica che viene chiamata la “Corte dei miracoli”. Capo del gruppo è Clopin Trouillefou, di professione ladro e assassino. Gli zingari mantengono un’impressione di legalità grazie agli spettacoli di magia allestiti per la popolazione, ma in realtà i loro veri guardagni provengono da furti e omicidi. L’unica a distanziarsi da queste usanze è una bellissima zingara di nome Esmeralda, che danza sulla piazza di Notre-Dame accompagnata da una capretta di nome Djali. Altro protagonista delle vicende è il gobbo Quasimodo, un giovane deforme di origine zingara; egli è il campanaro della cattedrale, tanto che è divenuto sordo (e, di conseguenza, muto) per l’incessante rumore cui è esposto. A causa del suo aspetto ripugnante, Quasimodo è disprezzato da tutti, e vive appollaiato sui gargoyles della cattedrale 1. L’unica persona con cui Quasimodo ha rapporti è l’arcidiacono, Monsignor Claude Frollo, l’uomo che l’ha accolto e cresciuto dopo che i suoi genitori l’hanno abbandonato a quattro anni a causa della sua deformità. In virtù di tale caratteristica, Quasimodo è pure eltto “Papa dei folli” dagli zingari.

Frollo, nonostante la sua carica ecclesiastica e nonostante nell’intimo detesti gli zingari, si innamora follemente di Esmeralda, tanto da ordinare a Quasimodo, suo fedele servitore, di rapire la ragazza. Il  piano viene però mandato all’aria da Phoebus de Châteaupers, capitano delle guardie, di cui Esmeralda si innamora a prima vista. Pur provando un forte sentimento per Phoebus, Esmeralda si lega a Pierre Gringoire, un poeta parigino che rischia l’impiccagione dopo essersi introdotto nel campo degli zingari. Per salvarlo dalla pena capitale, decisa dallo spietato Clopin, la protagonista sposa Pierre, pur senza nutrire reali sentimenti per lui. Come punizione per il suo gesto, Quasimodo viene invece fustigato e messo alla gogna in pubblico; la scena induce Esmeralda alla pietà e a portare un po’ d’acqua al povero Quasimodo, che si innamora di lei.

Phoebus, in seguito agli eventi, decide di conquistare Esmeralda, più attratto dalle sue fattezze che per sincero amore; egli dunque approfitta dei sentimenti della ragazza dandole appuntamento in una locanda di dubbia moralità dove, a insaputa di Esmeralda, si nasconde Frollo, che si è messo d’accordo con la guardia per poter osservare l’incontro. Travolto dalla gelosia, Frollo esce dal suo nascondiglio in un armadio appena prima che Esmeralda ceda alle avances di Phoebus, e lo pugnala alle spalle. Frollo poi fugge, abbandonando Esmeralda col corpo della guardia, apparentemente morta; la zingara, che non ha visto in viso l’arcidiacono, è quindi arrestata con l’accusa di omicidio e di stregoneria, dato che la locandiera afferma di aver visto entrare nella stanza tre persone (e non due, come risulta dopo la fuga di Frollo), di cui una quindi doveva essere il Diavolo in persona. Frollo partecipa al processo religioso contro la zingara senza scagionarla, e la situazione di Esmeralda si aggrava ulteriormente quando la ragazza, non riuscendo a sopportare le torture cui è sottoposta e convinta che Phoebus sia morto, confessa di aver ucciso il capitano, in complicità col demonio. Frollo, durante un colloquio in carcere con Esmeralda in cui le confessa di essere lui l’assassino di Phoebus, le offre la libertà in cambio però dei suoi favori. Esmeralda rifiuta sdegnata e viene condotta al patibolo.

Durante il corteo dell’esecuzione, Quasimodo riesce a rapire l’amata e a condurla a Notre-Dame, sul cui suolo vige il diritto d’asilo. Qui Quasimodo ha modo di dimostrarle la propria bontà d’animo, ignota a tutti per il mutismo e la vita ritirata condotta dal gobbo, che protegge pure Esmeralda dagli assalti di Frollo. Qualche giorno dopo, una gran folla di zingari capitanata da Clopin si ritrova davanti alla cattedrale per chiedere la grazia della zingara. Quasimodo però, credendo che la manifestazione sia a favore dell’esecuzione (né potendo intendere le richieste degli zingari),getta piombofuso dall’alto della chiesa; il re invece ordina di sedare la rivolta e di uccidere la zingara, considerata ormai da tutti una strega. L’esercito assale così la folla di zingari che viene decimata (tra di essi, cade pure Clopin), mentre Frollo, grazie ad un travestimento, fa fuggire nuovamente Esmeralda con una barca sulla Senna. Lì l’arcidiacono le rivela la sua vera identità e le ribadisce la sua offerta per ottenere la libertà, ma, dato che Esmeralda rifiuta nuovamente, egli la consegna alle guardie. In prigione Esmeralda incontra una prostituta la quale, vedendo una scarpa da neonato che la zingara tiene con sé, la riconosce come la figlioletta che tanti anni addietro gli zingari le hanno rapito. Tuttavia, neppure gli sforzi della madre appena ritrovata riescono a salvare Esmeralda, che viene impiccata. Anche la madre, nel tentativo di salvarla, muore.

Intanto Frollo osserva l’esecuzione dall’alto di Notre Dame; Quasimodo, sentendo l’uomo ridere mentre Esmeralda muore, lo butta giù dalla torre. Mentre Phoebus, ripresosi dalla pugnalata, combina un matrimonio di convenienza, il cadavere di Esmeralda viene gettato nelle fosse comuni. Quasimodo si sdraia accanto a lei e si lascia morire al suo fianco.

 

Commento

 

Notre-Dame de Paris è un romanzo storico in cui la penna di Hugo fa confluire una vastissima gamma di interessi di tipo storico, letterario, architettonico, culturale, filosofico e politico; questi vanno così dall’interesse per il Medioevo e l’arte gotica da parte del Romanticismo e di Hugo medesimo 2 alla riflessione morale sul destino 3 e sull’evoluzione dei costumi per mezzo della letteratura e dell’architettura, passando per il problema politico della giustizia umana, che spesso infierisce sui deboli (come Esmeralda) o si basa su pregiudizi verso gli emarginati (come Quasimodo) o le minoranze sociali. Se questi temi sono oggetto delle lunghe e frequentissime digressioni dell’autore - secondo quella che poi diverrà la sua cifra stilistica - Hugo dà comunque agli eventi descritti un forte sviluppo narrativo, che trascina i protagonisti in un vero e proprio vortice di eventi.

I personaggi sono così distinti secondo una precisa contrapposizione: da una parte, quelli positivi (ma destinati alla sofferenza e alla sconfitta, come Esmeralda e Quasimodo; dall’altra, quelli malvagi e negativi, come Frollo e Phoebus. La zingara Esmeralda, che a fine romanzo scopre di essere stata rapita da bambina, presenta caratteristiche in contrasto con quelle con cui vengono descritti gli altri zingari, che sono ladri, violenti e assassini. Esmeralda per vivere danza nelle piazze e quello stesso ballo si fa metafora della gioia vitale e dell’ingenua purezza, tanto che si innamora ciecamente di Phoebus senza accorgersi della bassezza degli istinti di quest’ultimo. L’eroina di Notre-Dame si manterrà coerente con se stessa fino all’ultimo, accettando il patibolo piuttosto che cedere al ricatto di Frollo. Allo stesso modo Quasimodo subisce le conseguenze sociali del suo aspetto fisico: abbandonato dai genitori a causa della sua deformità e accolto solo da Frollo, il gobbo prova però sentimenti molto più umani e sinceri della maggior parte dei personaggi che lo circondano. Questi stessi sentimenti vengono riconosciuti e apprezzati da Esmeralda durante la loro convivenza forzata nella cattedrale, anche se Quasimodo non potrà mai convincere la fanciulla ad amarlo per quello che è.

Al contrario, Frollo e Phoebus rivestono il ruolo classico degli antagonisti; entrambi cercano di approfittarsi di Esmeralda sfruttando il potere che deriva loro dalle cariche politiche o ecclesiastiche, ingannando o ricattando la bella zingara innocente. Quello di Phoebus è un amore materiale e carnale, che mira esclusivamente alla seduzione della preda; quello di Frollo è invece un amore maniacale e perverso, che non esita a ricorrere alla forza o alla minaccia. Ciò che per i protagonisti è fonte di purezza ideale e disinteressata, diviene in loro volontà di potere e di dominio.

1 I gargoyles sono delle strutture decorative costituite da creature bestiali simili ai draghi o leoni con cui far defluire l’acqua piovana dai tetti e i cornicioni di un edificio; il termine deriva dal latino gurgulio, gurgulionis. Nel caso di Notre-Dame, i gargoyles furono in realtà aggiunti durante i lavori di rifacimento della cattedrale ad opera di Eugene Viollet-Le-Duc nel corso del XIX secolo.

2 In questo senso, la cattedrale diventa il nucleo indiscusso del romanzo e il luogo dove si concentrano gli evneti salienti della trama. A partire da questo punto d’osservazione privilegiato, Hugo mette a fuoco la realtà degli strati più bassi della popolazione e sviluppa la tesi per cui l’arte gotica si fa testimone, come la letteratura, dei valori e degli ideali del mondo medievale.

3 È ciò che Hugo spiega soprattutto nella Prefazione all’opera, dove dichiara d’essersi ispirato ad una parola greca trovata da lui stesso incisa su un muro della cattedrale.

Testo su Victor Hugo

Relatori