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Gli ausiliari: il verbo essere e il verbo avere

Cosa sono gli ausiliari?

 

I verbi ausiliari essere e avere fanno parte dei cosiddetti verbi di servizio, ovverossia di qiuella categoria di verbi, di cui fanno parte anche i verbi servili e fraseologici, che hanno una funzione di sostegno nei confronti di altri verbi, dei quali completano o precisano il significato. I verbi ausiliari (dal latino auxilium, -ii, “aiuto, sostegno”) proprio perché “aiutano” altri verbi nella loro declinazione; se essere ed avere sono i due verbi di servizio più importanti in italiano, anche i verbi dovere e stare possono essere usati con questa funzione.

Va ovviamente ricordato che essere e avere, benché utilizzati come ausiliari, mantengono comunque un loro significato proprio, e possono essere usati anche da soli. In particolare, il verbo avere può essere utilizzato nel senso di “possedere, ottenere” 1, mentre il verbo essere può avere le funzioni di:

  • verbo autonomo, nel senso di “esistere, stare trovarsi”: “Sono davanti al ristorante, ti aspetto!”.
  • copula che unisce il soggetto ad un nome o un aggettivo all’interno del predicato nominale.

In generale, sono due le funzioni fondamentali dei verbi ausiliari:

  • aiutare gli altri verbi nella creazione dei tempi composti (per l’indicativo: passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore; per il congiuntivo: congiuntivo passato, congiuntivo trapassato; condizionale passato; infinito passato; gerundio passato).
  • formare il passivo.

 

L’ausiliare essere

 
L’ausiliare essere si usa in particolare in cinque casi:

 

  • Per formare il passivo con tutti i verbi che lo prevedono. Per esempio:

    Sono stato ripreso dal prof. perché non ho fatto gli esercizi di matematica;
    Alessio è stato morso dal cane del vicino mentre cercava di scavalcare il cancello.

  • Per formare i tempi composti dei verbi riflessivi, in senso proprio, apparente o reciproco 2:

    Pietro si è lavato;
    Pietro si è lavato i capelli;
    Pietro e Federica si sono abbracciati.

  • Per formare i tempi composti della maggior parte dei verbi intransitivi. Ad esempio:

    Sono andata in Sardegna per le vacanze estive;
    L’aereo è decollato in orario.

  • Per formare i tempi composti dei verbi intransitivi pronominali 3. Ad esempio:

    Alice è scivolata davanti a tutti e si è vergognata molto;
    Devo andare, mi sono ricordato di aver lasciato il rubinetto aperto.

  • Per formare i tempi composti dei verbi impersonali e di quelli usati impersonalmente. Ad esempio:

    I treni oggi non viaggiano perché ieri è nevicato;
    Nel 1789 si è stipulato il patto della Pallacorda.

 

L’ausiliare avere

 
L’ausiliare avere, invece, viene utilizzato solo in due casi specifici:

Per formare i tempi composti di tutti i verbi transitivi. Ad esempio:

Chiara ha mangiato la torta;
L’altra sera ho letto un libro bellissimo.

Per formare i tempi composti di alcuni verbi intransitivi. Ad esempio:

Sono andata all’assemblea di condominio ma hanno blaterato tutto il tempo;
Che occhiaie, si vede che hai dormito poco!

1 Come nelle frasi: “Matteo ha una giacca nuova” oppure “Ha avuto ciò che si meritava”.

2 Ricordiamo che: nei verbi riflessivi in senso proprio soggetto ed oggetto dell’azione coincidono e quindi l’azione si riflette sul soggetto (“Pietro si lava”); nei verbi riflessivi apparenti la particella pronominale non ha funzione di oggetto ma di complemento di termine e quindi l’azione si riflette su un altro oggetto (“Pietro si lava i capelli”); nei verbi riflessivi reciproci l’azione è compiuta e nellos stesso tempo subita da più di un soggetto all’interno della frase (“Pietro e Federica si abbracciano”).

3 Ricordiamo che nei verbi intransitivi pronominali (quali pentirsi, vergognarsi, accorgersi, imbattersi, ribellarsi) le particelle pronominali fanno parte del verbo stesso, e non danno un valore riflessivo all’espressione.

Testo su Italiano

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