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Umberto Saba, "Città vecchia": parafrasi del testo

Parafrasi Analisi

In Città vecchia è la città di Trieste (e i suoi eterogenei abitanti...) che diviene protagonista, insieme a Lina 1, la moglie del poeta, della sezione Trieste e una donna del Canzoniere: il contatto con la realtà di quel “detrito | di un gran porto di mare” (vv. 7-8), che ingloba in sé, quasi ponendoli sullo stesso piano, merci e uomini, è volutamente ricercato dal poeta, che spesso decide di immettersi per quelle strade. È anzi proprio immergendosi in quel mondo che Saba riesce a trovare “l’infinito | nell’umiltà” (vv. 9-10), e quasi un “sentimento di religiosa adesione”, come ebbe a dire il poeta stesso in Storia e cronistoria del Canzoniere: ed ecco che un “Signore” (v. 19) gli disvela il lato più puro e autenticamente umano dell’umanità, proprio laddove “più turpe è la via”.

Metro: componimento di endecasillabi, intervallati da versi più brevi (dal ternario al settenario), con libero gioco di rime.

  1. Spesso 2, per ritornare alla mia casa
  2. prendo un'oscura via di città vecchia.
  3. Giallo 3 in qualche pozzanghera si specchia
  4. qualche 4 fanale, e affollata è la strada.
  5. Qui tra la gente che viene che va 5
  6. dall'osteria alla casa o al lupanare 6,
  7. dove son merci ed uomini il detrito 7
  8. di un gran porto di mare,
  9. io ritrovo, passando, l'infinito
  10. nell'umiltà.
  11. Qui prostituta e marinaio, il vecchio
  12. che bestemmia, la femmina che bega,
  13. il dragone 8 che siede alla bottega
  14. del friggitore,
  15. la tumultuante giovane impazzita
  16. d'amore,
  17. sono tutte creature della vita
  18. e del dolore 9;
  19. s'agita in esse, come in me, il Signore.
  20. Qui degli umili sento in compagnia
  21. il mio pensiero farsi
  22. più puro 10 dove più turpe è la via.
  1. Spesso, per ritornare a casa mia,
  2. mi immetto in una via oscura, nella città vecchia.
  3. Qualche fanale si specchia, giallo,
  4. in qualche pozzanghera, e la strada è affollata.
  5. Qui, tra la gente che viene e che va,
  6. dall’osteria fino a casa, o al bordello,
  7. dove merci e uomini sono entrambi rifiuti
  8. di un gran porto di mare, io,
  9. passandovi in mezzo, ritrovo l’infinito
  10. nell’umiltà.
  11. Qui la prostituta, il marinaio, il vecchio
  12. che bestemmia, la donna che litiga,
  13. il soldato che siede alla bottega
  14. del friggitore,
  15. una ragazza sconvolta e impazzita
  16. per amore,
  17. sono tutte creature della vita
  18. e del dolore;
  19. il Signore è in loro, come è in me.
  20. Qui, in compagnia degli umili, sento
  21. il mio pensiero divenire più puro,
  22. proprio laddove più squallida è la realtà.

1 A Lina sarà dedicata, nella sezione Casa e campagna, la poesia A mia moglie.

2 Spesso: l’avverbio di tempo, posto in apertura del componimento e isolato da pausa sintattica, rafforza il valore reiterativo dell’azione, a ribadire che l’immersione nel mondo degli umili è perseguita e frutto di una scelta deliberata.

3 Giallo: la nota coloristica ha una forte efficacia espressiva. La percezione sensoriale ha un ruolo rilevante nella poesia di Saba.

4 qualche: la ripetizione dell’aggettivo indefinito concorre a determinare il tono colloquiale e dimesso del componimento.

5 che viene che va: altra espressione colloquiale che contribuisce, insieme ad altri stilemi espressivi, a determinare il tono piano del dettato.

6 lupanare: bordello. Posto vicino ad osterie e case, anticipa la promiscuità umana descritta più dettagliatamente nei versi successivi.

7 detrito: è riferito sia agli uomini sia alle merci, accumulati pertanto da una medesima condizione.

8 dragone: è il termine che indica un soldato a cavallo.

9 tutte creature della vita e del dolore: vita e dolore accomunano tutte le creature; anche, e soprattutto (perché più autentiche per il poeta), quelle poste ai gradini più bassi della scala sociale.

10 più puro: “Il bisogno innato di fondere la sua vita a quella delle creature più umili e oscure”, descritto dal poeta triestino in Storia e cronistoria del Canzoniere, si traduce in un atto purificatorio: l’empatica partecipazione a quel mondo ha reso possibile il ritrovamento di una comune traccia di umanità.