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The Who, discografia: da "Live at Leeds" a "Endless Wire"

Tra "Tommy" e "Quadrophenia" gli Who raggiungono i vertici della loro produzione artistica: gli album pubblicati in questo periodo sono considerati tra i migliori in assoluto del rock britannico dell'epoca. Nel 1970 esce un disco dal vivo, "Live at Leeds", considerato il miglior rock live album di tutti i tempi; dalle sue tracce emerge in tutta la sua nitidezza la forza espressiva che gli Who erano in grado di esprimere nei concerti. Le semplici melodie della band sono accompagnate dai selvaggi virtuosismi di Keith Moon alla batteria e i tempi dilatati dei concerti, con i brani che vedono la loro durata prolungata rispetto alla versione discografica, fanno sì che pubblico e musicisti si trascinino vicendevolmente in un vortice di energia.
Nel 1971 pubblicano "Who's Next", forse il loro capolavoro, dove dimostrano di essere oramai giunti alla maturità sia nella composizione che negli arrangiamenti, raggiungendo la perfezione. In questo album Townshend introduce l'uso del sintetizzatore ad accompagnare la chitarra e a sostenere la voce di Roger Daltrey. Il miglior pezzo del disco è "Baba O'Riley", che nel titolo richiama i cognomi di due personaggi che Townshend in qualche modo riconosce come sue guide: Meher Baba, maestro di spiritualità orientale, e Terry Riley, musicista e compositore statunitense, tra i fondatori del movimento minimalista e precursore nell'uso della musica elettronica. "Baba O'Riley" ha insegnato praticamente a tutti i gruppi rock successivi come miscelare gli strumenti rock e quelli elettronici. "Who's Next" marcherà l'apice della creatività degli Who, che da quel momento entrerà in fase calante.
Gli album successivi, "The Who by Number" del 1975, e "Who are You" del 1978, segnano il passaggio verso una musica decisamente più commerciale. Poco dopo l'uscita di quest'ultimo album, stroncato da un'overdose di farmaci, muore Keith Moon, e la sua sarà un'assenza che si sentirà pesantemente.
Gli Who pubblicheranno ancora "Faces Dances" nel 1981 e "It's Hard" l'anno successivo, ma questi due album sono solo il segnale che la vena creativa della band si è definitivamente inaridita. Gli anni successivi vedono una serie di scioglimenti e riunioni del gruppo, complici i cattivi rapporti personali tra i tre superstiti, durante le quali la band si esibisce in tournèe e concerti. Nel 2002 muore anche John Entwistle, ucciso da un attacco cardiaco cui non è estranea la vita sregolata, con abuso di alcool e droghe, condotta dal bassista. Nel 2006 esce "Endless Wire" ultimo, almeno per ora, album della band, che nulla aggiunge all'epopea del gruppo.
Gli Who sono stati fonte di ispirazione per molte altre band successive: i Led Zeppelin e i principali gruppi punk, come i Ramones, i Clash, i Sex Pistols, sono debitori al gruppo londinese. I brani più famosi, come "My generation" e "Baba O'Riley" sono entrati nel repertorio di molte altre band come i Pearl Jam, gli Iron Maiden, i Grateful Dead, i Nirvana, gli Oasis, i Van Halen, e di cantanti come Patty Smith, Elton John e David Bowie.

Luca Toccaceli (Milano, 1958). Laureato in filosofia, si occupa professionalmente di consulenza ed editoria musicale. Presso la Facoltà di sociologia di Milano Bicocca è tutor per il corso di Storia e organizzazione della musica e responsabile del Laboratorio di ideazione ed organizzazione di eventi musicali.

In collaborazione con Associazione Musica XXI