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Il sistema immunitario: funzionamento e caratteristiche

Talvolta capita che si stia facendo un gioco di gruppo in cui non si sa esattamente chi siano i componenti della propria squadra, e bisogna identificarli mediante un segno distintivo, come per esempio una parola d'ordine. In questo modo si capisce chi siano gli “amici” e chi siano i “nemici”, così da ostacolare quest’ultimi per vincere il gioco. Allo stesso modo, il nostro corpo deve riuscire a identificare quali cellule, molecole o sostanze, siano accettabili come alleate, e quindi “parte” del corpo stesso (self ), e quali invece siano da considerare estranee (non self ). Lo scopo del sistema immunitario è quello di riconoscere "l’io dell’individuo", proteggendolo dall’attacco di potenziali patogeni esterni.

La risposta immunitaria si basa sul sistema linfatico, il quale è costituito da:

  • organi primari (midollo osseo, timo): danno origine a tutte le cellule del sistema immunitario ed ematico (attività emopoietica),
  • organi secondari (vasi linfatici, linfonodi, milza): permettono il movimento e lo smistamento delle cellule del sistema linfatico.

Il nostro corpo possiede un’immunità innata, in grado di difenderci immediatamente dagli agenti esterni, in maniera aspecifica, e un'immunità adattativa, che si attiva successivamente, ma agisce in maniera molto specifica, e permette di mantenere memoria dell’invasore. A una sua seconda apparizione il corpo agirà più efficiente in quanto “si ricorda” di ciò che deve fare per proteggersi.

L’immunità innata ha come protagonisti cellule, macrofagi neutrofili in grado di degradare direttamente e indiscriminatamente l’invasore, mediante digestione interna (fagocitosi) e attivazione dei processi di infiammazione. L’aumento locale di temperatura, infatti, facilita l’eliminazione del patogeno.

L’immunità acquisita coinvolge la componente linfocitaria dei globuli bianchi (linfociti). Essi si suddividono ulteriormente in linfociti B, che producono gli anticorpi, e linfociti T, che riconoscono l’intruso, attivando la propria capacità di distruggerlo (cellule T citotossiche) oppure richiamando l’attenzione dell’immunità innata e dei linfociti B (cellule T hepler).

L’anticorpo (o immunoglobulina) è un complesso di proteine, a forma di Y, in grado di legare in maniera molto forte una porzione (epitoto) dell’intruso. Negli organi secondari vengono selezionati i linfociti B che producono gli anticorpi più specifici per il patogeno che si presenta in quel momento. Questa scelta è dettata dalla grande varietà fenotipica intrinseca, definita con il termine di polimorfismo, degli anticorpi, dovuta alla natura dei geni coinvolti nella loro sintesi. Gli anticorpi servono a “segnare” l’estraneo, facilitandone la precipitazione o l’attacco da parte delle cellule T citotossiche.

Alcune malattie possono intaccare i fini meccanismi che regolano il sistema immunitario. Un esempio, purtroppo tristemente noto, è l’AIDS (Sindrome da Immuno-Deficienza Acquisita), in cui il virus dell’HIV è in grado di abbassare drasticamente le difese immunitarie dell’individuo, rendendolo molto vulnerabile all’attacco di un qualsiasi altro patogeno.