Le cause della Seconda Guerra Mondiale

Il punto di partenza per comprendere lo scoppio del secondo conflitto mondiale (1939-1945) è la fine della Grande Guerra. Infatti, con la Conferenza di Parigi e la successiva stipula del Trattato di Versailles la Francia, che ha vinto la guerra contro i tedeschi, vuole consumare la sua vendetta sul piano diplomatico. Il trattato di Versailles lede gli interessi della Germania imponendo una pesante indennità di guerra, mediante il pagamento di somme esorbitanti che, sul piano diplomatico, equivalgono alla cessione di territori conquistati prima e dopo la Grande Guerra.
 
Nel frattempo, gli anni che intercorrono tra le due guerre vedono il nascere di movimenti totalitari, come nel caso del Nazismo o del Fascismo, che fomentano politiche di propaganda nazionalistica, o ancora il varo di politiche di aggressione,  come nel caso del Giappone. Lʼinternazionalismo del presidente statunitense Wilson non convince il Senato degli Stati Uniti d’America a partecipare al progetto politico della Società delle Nazioni. Frattanto lʼEuropa è colpita dagli effetti della crisi economica del 1929: la disoccupazione imperversa in molti paesi, minando i deboli equilibri del trattato di Versailles. Gli effetti della crisi, uniti alla frustrazione di quanti avevano cercato nella Grande Guerra unʼoccasione di rinnovamento, spianano la strada allʼavanzare di fascismi europei.
 
La Russia comunista, impegnata nella riorganizzazione economica del paese, temendo di restare schiacciata dal capitalismo occidentale, stipula il patto Molotov-Ribbentrop con la Germania hitleriana. Stalin è così convinto che la Russia resterà invischiata solo nella parte finale nel conflitto ormai prossimo. Tramite clausole segrete il Patto sancisce una “non aggressione” che equivale nei fatti ad una spartizione della cartina europea. Tutte le nazioni intanto perseguono una politica di riarmo; e quando il 1 settembre del 1939 Hitler invade la Polonia scoppia la Seconda guerra mondiale.