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L'"Iliade" di Omero: personaggi principali

Greci

 

Achille: figlio di Peleo, re di Ftia, (da cui deriva patronimico Pelìde) e della ninfa Teti. È il protagonista dell’Iliade ed è quasi invulnerabile, ha infatti solo un punto debole: il tallone. Achille, secondo la leggenda, sarebbe stato immerso nelle acque dello Stige dalla madre che lo tenne dal tallone (tutto il corpo, pertanto, s’immerse eccetto il tallone, rimasto vulnerabile). Sin dal Proemio si evince l'importanza di questo personaggio e della sua "ira", nata dalla discussione narrata nel primo libro con Agamennone, che avrà effetti devastanti sia sul popolo nemico che sugli Achei. Questo emerge in pressochè tutti i libri, anche se spesso l'attenzione non è focalizzata su di lui. In particolar modo si evidenzia maggiormente nel primo libro, come già detto, in cui si oppone al re Agamennone che desidera avera la sua schiava Briseide; nel XX tomo, scontrandosi con Enea, che verrà salvato da Apollo, per volere del Fato; nel XXII volume in cui si narra lo scontro vinto contro; nell'ultimo, nel quale si dimostra meno aspro, più comprensivo e pieno di compassione, dal momento che dona al re Priamo il corpo del figlio, affinchè gli venga data sepoltura. È un valoroso combattente, piuttosto irascibile, crudele ma anche gentile e sensibile, verso gli amici. La sua morte è narrata nell'Odissea, avvenuta per mano del principe troiano Paride.

 

Agamennone: re di Micene; dimostra un carattere superbo e prepotente, spesso in contrasto con quello di Achille. Aspira alla conquista di Troia, motivo centrale per il quale accetta di aiutare il fratello Menelao nella guerra contro Ilio. Nel poema viene spesso indicato con il patronimico “Atride” (ovvero figlio di Atreo). La sua figura emerge nel primo libro, dopodichè guiderà l'esercito nelle varie battaglie. Anche della sua morte non si narra nell'Iliade, e avverà solo una volta tornato in patria, per mano della moglie Clitemnestra e del cugino Egisto.


Menelao: re di Sparta, marito di Elena e fratello di Agamennone. Per vendicarsi del ratto della moglie da parte del principe troiano, si rivolgerà al fratello chiedendogli di accompagnarlo con il suo esercito a Troia. Nel III libro si scontrerà contro Paride, come soluzione alla fine della guerra, ma il principe si salverà per l'intervento della dea Afrodite.

 
Patroclo: amico di Achille (secondo alcuni l'amante), mostra un carattere pieno di disponibilità, gentilezza e comprensione, distaccandosi dai classici eroi greci, in cui l'unica virtù posseduta è la forza. Nel XVI libro indossa l'armatura di Achille, per seminare il terrore nel campo nemico, poichè il Pelìde, adirato con Agamennone, si ostina a tornare nel campo di battaglia. Ma l'evento avrà una tragica fine: Patroclo verrà ucciso da Ettore e spogliato delle sue armi.


Ulisse o Odisseo: è l’astuto e ingegnoso combattente che aiuta l’esercito Greco a penetrare entro le mura di Troia attraverso il famosissimo inganno del Cavallo di legno (ciò si scoprirà solo nell’Odissea, in cui Ulisse è il protagonista). Nel VII libro tenterà di far tornare in campo, invano, assieme a Diomede, l'amico Achille.


Aiace Telamonio: cugino di Achille e valido combattente, distinto per coraggio e forza. Egli si suicida volontariamente a seguito di un evento drammatico. Essendo il più forte dopo la morte del cugino, toccherebbero a lui le armi ma i capi decidono di consegnarle all'astuto Ulis;se, scatenando così l'ira ma anche il dolore di Aiace. Accecato da Atena fa strage sul bestiame credendo di uccidere i restanti greci, e, una volta rinsavito, vergognato per le sue azioni, si toglie la vita.
 

Troiani


Ettore: figlio di Priamo, re di Troia, e fratello di Paride, sposato con Andromaca, dalla quale ha ricevuto il piccolo figlio Astianatte. È coraggioso, combatte per la patria e per il proprio orgoglio come si nota nel VI libro, in cui ha l'ultimo dialogo con la moglie, e sempre nello stesso libro, durante il dialogo con il fratello, in cui lo rimprovera di viltà; e anche nel XII, durante lo scontro con Achille, che sfida senza ripensamenti. Uccide Patroclo, e molti altri eroi greci e, alla sua morte il suo corpo viene orrendamente sfregiato. La figura viene citata nell'Eneide di Virgilio, il quale dice che apparve in sogno, la notte della distruzione di Troia, a Enea per esortarlo a fuggire dalla città.

 

Paride: anch’egli figlio di Priamo; è la causa principale della guerra, avendo donato, secondo la leggenda, la mela d’oro ad Afrodite, la quale, per dimostrargli la propria gratitudine, gli dona l’amore di Elena, moglie di Menelao. Nel III libro si scontra contro Menelao, dimostrandosi vile e immaturo, come gli dimostra il fratello nel VI tomo. Dall'Odissea, poi, si deduce che sarà lui a sconfiggere, con una freccia scagliata al tallone, il valoroso e potente eroe greco.


Elena: moglie di Menelao che fugge con il principe Paride a Troia.