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Prove dell'evoluzione

Con il termine prove dell'evoluzione si intendono tutte le osservazioni che trovano una spiegazione coerente nel contesto di una visione evoluzionistica della vita. Queste osservazioni provengono da differenti branchie della biologia:

  • la biogeografia, ovvero la "geografia" degli esseri viventi (più precisamente la loro distribuzione geografica); lo studio di questa disciplina ha permesso di scoprire come organismi di una determinata regione possono somigliarsi, pur appartenendo a specie differenti;
  • l'anatomia comparata, ossia il confronto di strutture atomiche appartenenti a organismi differenti. Confrontando le strutture omologhe (strutture che hanno stessa origine ma diversa funzione), si ammette implicitamente la presenza di un progenitore comune. Un esempio è l'arto superiore dell'uomo e quello di altri vertebrati: notiamo che la funzione è diversa (il cavallo lo usa per correre, gli uccelli per volare, l'uomo nè per uno, nè per l'altro) ma che presenta gli stessi elementi costitutivi (omero, radio e ulna);
  • la biologia molecolare che si occupa di studiare le macromolecole e in generale alcune molecole alla base della vita, come gli acidi nucleici (DNA e RNA e le proteine) e le affinità tra queste tra organismi e specie distanti, per geografia o per evoluzione;
  • l'embriologia comparata: vale a dire il confronto dello sviluppo embrionale di organismi appartenenti a specie diverse;
  • lo studio dei fossili: non considerato come una vera e propria prova, poichè si possono rappresentare i cambiamenti dal passato, ma alle volte potrebbe presentarsi come prova per la teoria delle catastrofi di Georges Cuvier. Infatti l'andamento del cambiamento può essere o graduale o saltatoria, "a gradoni": a lunghi periodi in cui la specie non muta si alternano periodi in cui i cambiamenti avvengono in modo relativamente veloce, e che vedono sviluppi di strutture nuove, o adattamenti di strutture già esistenti modificate per svolgere nuove funzioni.