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OGM e animali transgenici: definizione, normative e sicurezza

Si sente spesso parlare di organismi geneticamente modificati (acronimo OGM) e delle conseguenze, positive, negative o presunte, riguardo il loro utilizzo. Talvolta però il termine viene utilizzato in maniera impropria o gli si associa una definizione errata: cosa sono esattamente gli OGM?

Per OGM si intende un organismo del quale sia stato modificato il patrimonio genetico in maniera non naturale, per esempio mediante l’inserimento di DNA esogeno, ovvero derivante da un altro organismo. In questo caso l'organismo viene definito transgenico. Sia chiaro che il passaggio di geni fra specie diverse è comunque un fenomeno comune in natura, in particolare nei batteri: alcune specie, infatti, sono in grado di internalizzare DNA presente nell’ambiente (trasformazione), trasferire direttamente da una cellula all’altra materiale genetico mediante contatto fisico (coniugazione) o l’intervento di virus (trasduzione).
Le nuove metodiche sviluppate grazie alle biotecnologie hanno permesso non solo di velocizzare e rendere specifici questi fenomeni, ma anche di controllarne la dinamica e il buon fine.

L’ottenimento di OGM è stato possibile soprattutto grazie allo sviluppo delle tecniche biotecnologiche, che hanno permesso di produrre una grande quantità di materiale genetico, e di modificarlo per i più diversi scopi. Per esempio è possibile riprogrammare una cellula batterica inducendo la produzione di una molecola, come una proteina ricombinante, che per sua natura non sarebbe in grado di sintetizzare.
È possibile modificare anche un singolo gene, ciò per cui codifica o una via metabolica, mediante l’ingegneria genetica, proteica e metabolica. Di conseguenza, la maggior parte degli organismi, come batteri e lieviti, utilizzati nei laboratori di tutto il mondo, se modificati anche in un singolo gene o in un singolo nucleotide del loro genoma, sarebbero (per definizione) da considerare OGM.

In generale per gli OGM non è totalmente prevedibile il modo in cui possano comportarsi; prevedere l'interazioni di questi con l'ambiente, il rapporto con le altre specie viventi, fra cui l’uomo, non è una semplice deduzione. 

Per alcuni microrganismi, l'utilizzo si limita agli impianti industriali dove sono impiegati, viene quindi impedita la dispersione al di fuori di questi, se non attraverso dei processi controllati di smaltimento: di conseguenza processi come la fermentazione industriale (che utilizza alcuni microrganismi OGM) necessitano la purificazione del prodotto finale dall’organismo utilizzato.

Le piante e gli animali transgenici, che presentano quindi un gene esogeno, sono OGM utilizzati nei laboratori come organismi modello per lo studio di farmaci o per la ricerca di base, ma anche al di fuori del laboratorio stesso. Coltivazioni e allevamenti in campo aperto posso infatti accogliere specie transgeniche. Le moderne tecniche biotecnologiche permettono di sfruttare i geni esogeni, ottenere alimenti derivanti da piante e animali che sono in grado di sintetizzare delle molecole utili per la loro difesa e per il consumatore finale.
Per esempio è possibile ottenere cibi che possiedano più vitamine e proteine, o addirittura vaccini. Questo permette di conservare e somministrare tali sostanze in modo più semplice. Inoltre le piante posso essere rese più resistenti a condizioni ambientali (come il freddo, la siccità e le forti piogge) e ai parassiti che potrebbero attaccarle.

Gli alimenti OGM potrebbero contenere delle molecole a cui il nostro corpo può non essere “abituato” e causare una risposta immunitaria non piacevole. Per questo motivo, in ottemperanza dei diritti del consumatore, tutti i cibi OGM, o derivanti da organismi OGM, prima di essere immessi nel mercato devono essere testati e approvati e una volta in vendita devono presentare un’etichetta che li contraddistingua, come da normativa europea. A oggi sono molti gli alimenti umani o animali (i mangimi) che possono essere catalogati come OGM, in quanto coltivazioni come soia, riso e mais modificati sono molto diffuse, in particolare negli Stati Uniti, dove la loro presenza è maggiore, rispetto all’Europa. Piante modificate possono per esempio essere ingegnerizzate per facilitare un loro utilizzo successivo non di tipo alimentare, come per la produzione di bioetanolo.

Le problematiche alimentari o ambientali legate all’utilizzo degli OGM non hanno portato a oggi effetti particolarmente gravi, tuttavia non siamo in grado di prevedere esattamente cosa potrà accedere nel lungo periodo. Questo perchè la complessità dello studi degli equilibri degli ecosistemi complica l'accurata previsione. Come in tutte le metodiche che implicano la salute delle persone e la salvaguardia dell’ambiente sono necessarie normative le più estese possibili al fine di migliorare la nostra alimentazione senza rischi per noi stessi e per l'ambiente.