La filosofia dei Pitagorici: il numero come archè

Il concetto di forma e la geometrizzazione sono centrali per i Pitagorici, così come il concetto di armonia: l'universo fisico dei Pitagorici è un cosmo, cioè un tutto ordinato, armonico. Alla base dell’idea di armonia vi è l’idea di commisurabilità, e dunque vi è il numero, che per i Pitagorici rappresenta l’arché.
 
Il numero è un’entità sia aritmetica, sia mistico-religiosa, sia ontologica. Aristotele attribuisce ai Pitagorici la tesi per cui il numero avrebbe grandezza spaziale, cioè figura. I Greci erano soliti rappresentare i numeri visivamente, mediante gruppi di piccole pietre: ogni numero aveva una sua forma. Ma qualunque sia l’interpretazione dell’ontologia pitagorica del numero, ci troviamo di fronte a due fatti importantissimi: il primo è che degli enti si privilegia, come loro arché, la forma piuttosto che la materia. E' l’armonia che permette e determina la sussistenza degli elementi che la compongono, e non il contrario; inoltre, mentre gli Ionici ricorrevano a una sostanza corporea per spiegare il mondo, i Pitagorici si riferiscono all’ordine stesso come principio del mondo.
Il secondo fatto di fondamentale importanza, che consegue dal primo e dalla possibilità di conoscere la matematica, è che questo cosmo, data la sua natura intrinsecamente numerica e armonica, è intelligibile e conoscibile.
 
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.