"Lezioni americane" di Italo Calvino: riassunto e spiegazione dell'opera

Introduzione alla lettura delle Lezioni americane di Italo Calvino, a cura di Marco Belpoliti.

Il 6 giugno 1984 Italo Calvino viene invitato dall'Università di Harvard a tenere un ciclo di lezioni, che tuttavia non si svolgerà a causa della morte dello scrittore avvenuta nel settembre del 1985. Il tema da lui scelto è quello del nuovo millennio e di come affrontarlo. Decide così di proporre sei parole chiave ("leggerezza", "rapidità", "esattezza", "visibilità", "molteplicità" e "coerenza"), ognuna legata ad un valore letterario fondamentale da portare con sé nel nuovo secolo. L'ordine dei sei termini scelto da Calvino rispecchia l'importanza gerarchica che l'autore attribuisce ad ognuno di essi. Si comincia così con l'analisi della leggerezza, elemento imprescindibile - secondo lo scrittore - per un testo letterario, con la narrazione del mito di Medusa: essa rappresenta la realtà pietrificante, da cui Perseo si difende guardandola attraverso lo specchio dello scudo.
Secondo Calvino, questo deve essere il compito della letteratura: non uno sguardo diretto, bensì indiretto, sulla realtà. L’ultima lezione, che lo scrittore non riuscirà a terminare, rovescia di colpo le precedenti cinque. Pur vivendo in un mondo diventato leggero, rapido, in cui la visibilità è dominante, la coerenza rimane l’elemento principale con cui affrontare il rapporto con la realtà.
 
Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario, si è laureato in Filosofia discutendo una tesi in Semiotica con Umberto Eco. Ha insegnato Sociologia della letteratura e Letteratura italiana presso l'Università di Bergamo. E' stato uno dei fondatori della rivista "In forma di parole" e della casa editrice Elitropia. Negli anni ha collaborato con diverse testate, quali "La Stampa" e "L'espresso". Presso l'editore Bruno Mondadori ha diretto una collana di monografie dedicate a scrittori.
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Il 6 giugno 1984 Italo Calvino viene invitato dall’Università di Harvard a tenere un ciclo di lezioni. Il tema che Calvino sceglie per queste lezioni è quello del prossimo millennio: sceglie sei parole chiave, sei valori per il nuovo millennio, cioè gli anni 2000 che stanno per iniziare. In effetti, per Calvino il XX secolo si è, di fatto, già concluso. Nel 1978, infatti, è stato sequestrato Aldo Moro e con questa vicenda tragica si chiude anche un lungo periodo della storia italiana. Finisce in anticipo di quasi venti anni il Novecento, Calvino è già proiettato nel XXI secolo. Con queste lezioni, che non riuscirà a terminare perché muore nel 1985 prima di raggiungere Harvard, Calvino chiude il secolo e apre il XXI secolo in modo programmatico. Ne ha scritte solo cinque su sei: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità e Molteplicità

La Leggerezza è la lezione che tiene il maggiore spazio ed è probabilmente anche quella più programmatica per Calvino stesso. Nel corso degli anni ’90, la leggerezza è diventata uno dei temi principali della cultura non solo letteraria, ma anche relativa ai software, all’architettura e a molti altri temi. Contrariamente a quanto si ritiene Calvino non si limita a tessere la lode della leggerezza, ma parla anche del suo contrario, cioè la pesantezza. In effetti, Calvino si è sempre mosso tra queste due polarità, non solo stando appoggiato alla leggerezza, ma vivendo anche il tema della pesantezza. È uno scrittore della leggerezza, della fiaba, della fantasia e dell’immaginazione, ma al contempo ha sempre tenuto conto del suo contrario, cioè la realtà, la pesantezza della realtà che si attacca a noi e che Calvino sente come un limite, un limite con cui, tuttavia, si confronta continuamente. Calvino è anche uno scrittore realista, non nel senso tradizionale del termine, ma perché tratta i temi della realtà. Che cos’è la leggerezza? È il nuovo secolo, il secolo dell’informazione, dell’informatica e dei computer, ma anche il secolo in cui ritornano i miti classici. Il mito classico che occupa il centro della lezione sulla leggerezza è la Medusa che rappresenta la realtà pietrificante da cui l’eroe classico si difende attraverso lo scudo. Perseo guarda la realtà attraverso lo specchio dello scudo quindi non incrocia lo sguardo di Medusa che lo pietrifica, ma lo fa in modo indiretto. Questo è esattamente il compito della letteratura che per Calvino non è uno sguardo diretto sulla realtà (realismo, neorealismo), ma è uno sguardo indiretto sulla realtà. La letteratura è uno specchio della realtà: questo è il tema principale della prima lezione americana.

Anche le altre lezioni americane sono estremamente interessanti. Ci danno una traccia attraverso autori letterari che sono principalmente i personaggi di questo libro saggistico, di questo racconto di idee. La letteratura ci permette di entrare nel campo della realtà e di definire che cosa sono la rapidità, l’esattezza, la visibilità e soprattutto la molteplicità. Nella lezione sulla Molteplicità Calvino tratta di un autore quasi contrario, opposto, antitetico a lui: Carlo Emilio Gadda, lo scrittore del groppo del labirinto, della rete ovvero tutti temi che Calvino ha trattato nelle sue opere. Gadda diventa l’eroe positivo che ci permette, attraverso la sua scrittura, di penetrare nel groviglio della realtà contemporanea. L’ultima lezione, che Calvino non ha fatto in tempo a scrivere, è molto interessante perché rovescia quasi di colpo le altre cinque lezioni: è la lezione sulla coerenza o consistenza. Il personaggio principale è il personaggio di un racconto di Melville, cioè Bartleby lo scrivano che pronuncia la famosa frase “Preferirei di no”. Con l’ultima lezione di cui restano solo gli appunti, Calvino sembra voler concludere queste lezioni con un atteggiamento positivo

Viviamo in un mondo che è diventato leggero, rapido in cui la visibilità è dominante, ma la coerenza è l’elemento principale con cui affrontare il rapporto con la realtà. Coerenza che non è solo un fatto letterario, ma anche intellettuale e umano.