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La Triplice Alleanza e la Prima guerra mondiale

Introduzione

 

Con Triplice Alleanza intendiamo il patto militare difensivo siglato tra Germania, Austria-Ungheria e Italia nel 1882 a Vienna. Il trattato prevede il sostegno militare tra le potenze nel caso una di queste venga minacciata da una nazione esterna e la neutralità in caso uno dei contraenti si trovi costretto a dare per primo inizio a un conflitto armato.

La necessità di un’alleanza viene sostenuta con grande forza principalmente da Italia e Germania, quest’ultima preoccupata dalla politica estera francese. L’adesione dell’Italia all’Alleanza verrà però interrotta con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Nel 1914, infatti, l’Italia dichiara la propria neutralità, per poi partecipare al conflitto a fianco dell’Intesa dal 1915. Per comprendere il senso e la portata del trattato con cui è nata la Triplice Alleanza è necessario analizzare il contesto europeo nel quale prende forma.

 

Il contesto

 

L’Europa dal 1871 vive uno dei più lunghi periodi di stabilità degli ultimi secoli; nonostante gli anni precedenti siano stati caratterizzati da diversi confronti tra le grandi potenze, le cui conseguenze hanno modificato gli equilibri continentali.

Protagonista indiscusso di questi mutamenti è il cancelliere prussiano Otto von Bismarck. Eletto nel 1862, Bismarck conduce una politica estera spregiudicata unita ad una particolare abilità diplomatica, con l’intento di giungere all’unificazione tedesca con un ruolo centrale per la Prussia di Guglielmo I. Il primo passo è quindi la sconfitta dell’Austria, nel breve conflitto del 1866 riguardante la gestione di alcuni ducati strappati alla Danimarca. Mentre la vera e propria unificazione avviene con la vittoria del 1871 nel conflitto franco-prussiano. Tale sconfitta, unita alle pesanti sanzioni inflitte con il trattato di Francoforte, genera in Francia un forte sentimento di matrice nazionalista denominato revanscismo (dal francese revanche, “rivincita”), che mira alla riconquista dei territori di Alsazia e Lorena ceduti al nuovo stato tedesco.

In Austria, a seguito della guerra con la Prussia, si accentuano le tensioni presenti all’interno dell’Impero riguardanti la convivenza tra diverse nazionalità, che portano alla decisione nel 1867, di costituire due differenti stati nazionali di Austria e Ungheria, unificati nella persona del sovrano ma con differenti parlamenti e governi. Questa decisione dà maggiore importanza al gruppo nazionale ungheresescontentando però la componente slava dell’Impero. A questo si aggiunge la rivalità tra Russia e Austria, entrambe impegnate nel cercare di ottenere l’egemonia sui territori balcanici, che sono parte dell’Impero Ottomano, ora in grossa difficoltà.

 

La volontà tedesca di mantenere l’equilibrio europeo: la Lega dei tre Imperatori

 

Il nuovo Impero tedesco raggiunge quindi una posizione di egemonia nel panorama europeo, anche grazie alla tendenza del Regno Unito ad impegnarsi raramente sul continente, in particolar modo in quanto la sua attenzione è ora rivolta ai territori coloniali. Bismarck sfrutta questa posizione per cercare di isolare la Francia, i cui sentimenti revanscisti costituivano un pericolo per il Reich, e per mantenere l’equilibrio europeo conquistato. La conservazione di tale equilibrio è un obiettivo comune anche all’Austria-Ungheria, che teme l’incremento di movimenti nazionalistici al suo interno, e alla Russia, che condivide con la Germania l’interesse a mantenere sottomesse le popolazioni polacche facenti parte dei due imperi.

Questa condivisione di intenti, unita all’abilità politica di Bismarck, porta nel 1873 alla firma della Lega dei Tre Imperatori, un patto difensivo tra Guglielmo I, Francesco Giuseppe e Alessandro II, che mira alla conservazione della stabilità europea, seppur in parte indebolito dalla sempre presente rivalità austro-russa sui Balcani.

 

Il Congresso di Berlino

 

Tra 1875 e 1876 scoppiano due grandi rivolte anti-turche in Bosnia, in Erzegovina e in Bulgaria. La Russia ancora una volta decide di intervenire e dichiara guerra all’Impero Ottomano nella primavera del 1877, battendolo e imponendogli nel 1878 il trattato di Santo Stefano con il quale si decreta la perdita turca dei territori di Bosnia, Erzegovina, Serbia e Montenegro e la creazione di uno stato bulgaro soggetto politicamente all’influenza russa. L’ingerenza russa sui Balcani non è però ben vista dall’Austria e dal Regno Unito, cosicchè, sempre al fine di evitare sommovimenti pericolosi, Bismarck propone un congresso a Berlino. Tenutosi dal 13 giugno al 13 luglio del 1878, il Congresso di Berlino decreta l’indipendenza di Romania, Serbia, Montenegro e Bulgaria. L’equilibrio viene inoltre ristabilito assegnando alla Gran Bretagna l’isola di Cipro e dando all’Austria l’amministrazione temporanea di Bosnia ed Erzegovina. Il Congresso di Berlino si conclude con un certo risentimento russo nei confronti del cancelliere del Reich, in quanto lo zar ritiene che questi abbia fatto in modo di avvantaggiare molto l’Austria a discapito della Russia stessa.

 

La Duplice Alleanza alla Triplice Alleanza

 

Queste tensioni portano Bismarck a ritenere necessario un accordo militarecon l’Austria-Ungheria. Superate le resistenze di Guglielmo I, restio alla creazione di un’alleanza contraria a suo nipote lo zar, Germania e Austria-Ungheria nell’ottobre 1879 firmano a Vienna un accordo noto con il nome di Duplice Alleanza. Tale patto prevede l’intervento dell’alleato nel caso in cui uno dei due contraenti venga attaccato dalla Russia e costituisce il nucleo originario della Triplice Alleanza.

Gli anni successivi del governo di Bismarck sono caratterizzati sempre dalla ricerca di un equilibrio europeo mirante ad isolare la Francia. Così, nel 1881, viene rinnovato il patto tra i tre imperatori, chiamato ora Alleanza dei Tre Imperatori, che, assicurando la neutralità dei firmatari in una guerra con una quarta potenza che coinvolga uno dei contraenti, esclude la possibilità di un accordo franco-russo. Nel 1882 Bismarck convince l’Italia ad entrare nella sua rete di alleanze arrivando il 20 maggio alla firma del trattato della Triplice Alleanza. Questa firma è favorita dal deterioramento dei rapporti tra Francia e Italia a seguito dell’occupazione francese di Tunisi nel 1881, territorio che l’Italia rivendica in favore di una propria espansione coloniale. Questo spinge Agostino Depretis, allora a capo del governo italiano, ad abbandonare la linea di equilibrio mantenuta fino a quel momento e a rompere il legame con la Francia. Nonostante questa nuova alleanza fosse per molti versi sgradita all’opinione pubblica (in particolare per le questioni territoriali riguardanti Trentino e Venezia Giulia, appartenenti all’Austria-Ungheria) permette all’Italia di uscire da un contesto di isolamento diplomatico e sembra adatta a dare stabilità al paese.

Il trattato della Triplice Alleanza ha un ruolo essenzialmente difensivo e conservativo nei confronti della situazione europea. Prevede un intervento in favore dell’Italia nel caso in cui questa vengaattaccata dalla Francia e uguale garanzia è prevista nell’eventualità di un attacco francese alla Germania. Stabilisce insomma l’intervento militare delle parti contraenti nell’eventualità di un attacco ad una di esse. L’Alleanza definisce inoltre che, nel caso in cui una delle parti si trovi costretta ad ingaggiare una guerra preventiva contro una potenza estranea dalla quale si sente minacciata, le altre potenze contraenti debbano osservare una “benevola neutralità”. Su richiesta dell’Italia inoltre al trattato segue una dichiarazione che specifica che esso non è da intendere come rivolto contro la Gran Bretagna.

 

I rinnovi della Triplice Alleanza

 

Dopo cinque anni l’Alleanza viene rinnovata, ma nel frattempo alcune cose stanno cambiando. L’Alleanza dei Tre Imperatori si è disgregata a seguito di una serie di contrasti tra Austria e Russia riguardo alla Bulgaria, mentre nella stessa Germania aumentano le spinte volte ad una rottura delle relazioni con la Russia. Nonostante questo, Bismarck nel 1887si fa promotore un trattato bilaterale di contro-assicurazione con la Russia e allo stesso tempo rinnova la Triplice Allenza.

Il rinnovo dell’Alleanza il 20 febbraio aggiunge, al testo precedente, due patti separati uno tra Italia e Austria e l’altro tra Italia e Germania. Il primo stabilisce il principio di accordo e compenso reciproco per ogni vantaggio territoriale ottenuto nel caso in cui una delle due potenze intervenga nei Balcani o sulle coste e isole dell’Impero Ottomano. Il secondo prevede l’intervento tedesco a favore dell’Italia nel caso di un conflitto di quest’ultima contro la Francia in relazione a un’iniziativa francese in Tripolitania o in Marocco.

Nel 1891, quando la Triplice Alleanza viene nuovamente rinnovata con un anno di anticipo, la sostanziale novità riguarda la speranza di una partecipazione inglese alle clausole riguardanti il Nord Africa. Nel 1902 invece il trattato viene confermato senza reali cambiamenti, anche se ormai è la politica tedesca ad essere profondamente mutata.

 

Il nuovo corso della politica estera tedesca e la nascita della Triplice Intesa

 

Nel 1890 l’ascesa politica dell’imperatore Guglielmo II, salito al trono nel 1888, e una serie di questioni di politica interna, portano alla fine dell’epoca bismarckiana. Il nuovo corso della politica estera tedesca è caratterizzato da una forte aggressività e dal definitivo abbandono di quell’equilibrio tra le potenze europee tanto ricercato da Bismarck. Così, il mancato rinnovo dell’accordo di contro-assicurazione con la Russia favorisce il raggiungimento, nel 1894, di un accordo difensivo ed economico tra Francia e Russia. D’altro canto il riarmo navale portato avanti dalla Germania e la naturale rivalità con la flotta inglese che ne deriva, contribuiscono ad un avvicinamento del Regno Unito alla Francia, che andrà a concretizzarsi con l’Entente cordiale del 1904. Mentre Russia e Gran Bretagna giungono ad un’Intesa tra loro nel 1907.

 

Tensioni interne alla Triplice Alleanza e ultimo rinnovo

 

In Europa, mentre cominciano a definirsi due schieramenti opposti, aumenta anche una situazione di tensione con frizioni che si concentrano in particolar modo nei Balcani, anche a causa delle sempre maggiori difficoltà dell’Impero Ottomano, ein Nord Africa. All’interno di questo scenario gioca un ruolo ambiguo l’Italiache, con la caduta di Crispi, muta almeno in parte la sua politica estera facilitando una distensione nei rapporti con la Francia che causa contrasti con i due alleati. D’altra parte il comportamento di Austria-Ungheria e Germania riguardo all’annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina, avvenuta nel 1908 senza consultare l’Italia, riaccende nel regno di Vittorio Emanuele III forti sentimenti nazionalisti e antiaustriaci., anche se tali tensioni mettono pure in luce la debolezza italiana all’interno dell’alleanza.

Nel 1911 quando il protettorato francese sul Marocco appare ormai cosa fatta, l’Italia dà inizio alla conquista della Tripolitania: è infatti ritenuto necessario scongiurare il rischio che tutti gli stati nordafricani che si affacciano sul Mediterraneo siano conquistati da altre potenze. Nonostante l’azione italiana vada a toccare gli interessi di varie potenze, entrambi gli schieramenti decidono di non intervenire a riguardo. L’Italia, che ha da sempre mantenuto dei legami anche con le potenze dell’Intesa, è considerato un alleato importante da tutti i grandi contendenti europei per la sua strategica posizione nel Mediterraneo.

Proprio la volontà di mantenere l’equilibrio nella zona mediterranea spinge l’Italia a rinnovare, nel 1912, il trattato della Triplice Alleanza. In esso vengono aggiunte delle note riguardanti le nuove conquiste italiane di Tripolitania e Cirenaica e ulteriori garanzie sulla situazione balcanica.

 

L’inizio della guerra, la posizione italiana e la fine della Triplice Alleanza

 

Il 28 giugno 1914 l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, mentre si trova in visita a Sarajevo, dà il pretesto per iniziare quella che sarà ricordata come la Prima Guerra Mondiale. Poiché l’autore dell’omicidio, lo studente Gavrilo Princip, appartiene ad un’organizzazione irredentista serba, all’attentato segue un duro ultimatum austriaco alla Serbia. Questo mette in moto il sistema di coalizioni della Triplice Intesa e della Triplice Alleanza e nel giro di poco tempo tutte le grandi potenze entrano in guerra; solo l’Italia si dichiara neutrale. Alla base di questa decisione da parte italiana c’è la convinzione che l’Austria-Ungheria abbia violato gli accordi della Triplice Alleanza: l’ultimatum e la successiva dichiarazione di guerra alla Serbia sono avvenuti senza previa consultazione, e inoltre la guerra è ritenuta un atto di aggressione.  Chiaramente la neutralità dell’Italia spinge i due schieramenti a cercare di conquistare la sua alleanza e all’interno del paese si crea una spaccatura tra neutralisti e interventisti: saranno questi ultimi, sebbene non rappresentino la maggioranza del paese, a far sentire maggiormente la propria voce - grazie anche alla carismatica figura del poeta Gabriele D’Annunzio - proponendo l’entrata in guerra contro l’Austria-Ungheria, nella speranza di riuscire a conquistare i territori irredenti e chiudere idealmente il percorso storico dell’unità nazionale e del Risorgimento.

Le trattative si concludono così il 26 aprile 1915, con la firma segreta del Patto di Londra tra l’Italia e le potenze dell’Intesa. La decisione italiana di cambiare schieramento porta automaticamente alla denuncia di quella Triplice Alleanza che ha caratterizzato i precedenti trent’anni di storia europea.