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Immanuel Kant: introduzione alla "Critica della ragion pura"

Con Immanuel Kant (1724-1804), in Germania ha inizio una lunga e florida stagione filosofica: alla sua opera, infatti, segue quella degli idealisti, quella di Fichte, Schelling ed Hegel, la critica di Schopenhauer e ancora le speculazioni di Nietzsche, Heidegger e Gadamer. Tra i testi di Immanuel Kant il più celebre è certamente La critica della ragion pura, in cui il filosofo tedesco muove dalle affermazioni di Leibniz sull'intelletto per esplorare le facoltà di una ragione ancora scevra di contenuti. Infatti, secondo l'elaborazione kantiana, la nostra ragione ha degli a-priori sia a livello sensibile, lo spazio e il tempo, che intellegibile, le categorie. "Criticismo" significa: esame delle possibilità e dei limiti della ragione in ambito conoscitivo in senso assoluto. Secondo Kant in quanto uomini nasciamo con una determinata conformazione che influisce nel nostro modo di sentire i fenomeni della realtà esterna. Ma che cos'è la conoscenza? La metafisica pre-kantiana e pre-cartesiana non si è occupata di questo problema e assume il conosciuto come un oggetto dato indipendentemente dal soggetto conoscente. Kant riconosce che bisogna dare una ragione dell'esistenza del mondo esterno, senza limitarsi semplicemente ad affermarla dogmaticamente. La seconda parte del video, sulla Critica della ragion pratica, si può vedere qui.

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