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Commento al "Canzoniere" di Petrarca

Introduzione

 

Il Canzoniere è una raccolta di testi poetici in volgari di Francesco Petrarca. Caratteristiche del Canzoniere, composto da 366 componimenti, sono la scrupolosissima organizzazione interna dei testi da parte del suo autore e la tematica dominante, incentrata sull’amore non corrisposto del poeta per Laura.

 

Analisi

 

Titolo e genere

 

Il titolo originale del componimento, Francisci Petrarchae laureati poetae Rerum vulgarium fragmenta (più spesso abbreviato in Rerum vulgarium fragmenta), indica già di per sé la novità dell’opera: una raccolta poetica in volgare da parte di un poeta "laureato" 1, che vuol raccontare per "frammenti" poetici (ovvero, in testi di dimensioni brevi e di genere prevalentemente lirico) una vicenda amorosa e, più in profondità, la storia di un'anima tormentata. Infatti la linea dominante del Canzoniere, come già avveniva nel Secretum, è quello di una profonda analisi psicologica e introspettiva, che rimane tipica della poetica petrarchesca e che, in seguito, sarà capace di caratterizzare una lunghissima tradizione della lirica in volgare. L’opera si presenta insomma come un diario intimo, finemente lavorato ma considerato dall’autore stesso intrinsecamente meno importante rispetto alle sue altre fatiche letterarie, come il poema Africa e i Trionfi.

 

Tuttavia l'impegno del poeta non è affatto secondario; ad un lavoro di stesura e revisione accuratissimo 2 si accompagna una considerevole eterogeneità metrica, tra sonetti, canzoni, madrigali, sestine e ballate, mentre lo stile (assai influente sui continuatori del "petrarchismo") si mantiene sempre su un livello medio-alto.

 

Struttura

 

L’importanza del Canzoniere all’interno della nostra tradizione letteraria si può constatare anche dal fatto che esso fissa e stabilisce il modello della raccolta organica della produzione poetica di un autore, rinnovando profondamente la tradizione del libro di poesia dai tempi di Guittone d’Arezzo e della Vita nova di Dante Alighieri. Rispetto agli antecedenti, Petrarca e i Rerum vulgarium fragmenta diventano un nuovo termine di paragone per la capacità di connettere i singoli testi tra di loro (attraverso una serie di riprese tematiche, sintattiche e lessicali) e per l’attenta costruzione della “trama” dell’opera, che sviluppa il rapporto con Laura e - soprattutto - presenta il lungo cammino morale dell’anima del poeta.

Le caratteristiche strutturali più evidenti del Canzoniere sono così:

 

  • La suddivisione dei componimenti tra quelli composti “in vita di Madonna Laura” (i primi 263 testi) e le “rime composte in morte di Madonna Laura” (corrispondenti ai successivi 103 componimenti); si tratta di una scansione tematica e non cronologica, tanto che alcuni testi della seconda sezione sono composti prima  della morte dell’amata (e viceversa).
  • La presenza dei cosiddetti “testi di anniversario”, ovvero quei componimenti che ricordano al poeta e ai lettori le due date fondamentali dell’amore lirico di Petrarca: la data dell’innamoramento (il 6 aprile 1327) e quello della morte di Laura (6 aprile 1348).

 

Tematiche: Laura, la morte, l’autoesame morale

 

Le 366 poesie del Canzoniere ci accompagnano così in un percorso autobiografico che unisce all'esperienza amorosa quella del rinnovamento etico-religioso, che culminerà nella conclusiva Canzone alla Vergine. Il tema amoroso, che è eredità di tutta la tradizione dello Stilnovo, si salda così con l’autoanalisi intima da parte del poeta, che confessa sulla pagina tutte le proprie debolezze e l’incapacitàà a rinunciare ai beni terreni per aderire pienamente alla morale religiosa cristiana.

A questo conflitto tra cielo e terra, che trova ovviamente nell’amore non corrisposto per Laura il suo campo d’applicazione privilegiato, si sommano gli altri temi principali dei Rerum vulgarium fragmenta: il senso inesorabile del trascorrere del tempo e l'approssimarsi della fine della vita, la complessa dimensione spirituale di chi mette sotto analisi la propria vita per intero, i profondi rapporti culturali con i modelli danteschi, stilnovisti e provenzali, l'impegno "civile" - limitato ad un numero ben preciso di testi - contro la corruzione della curia papale ad Avignone o per il riscatto delle sorti dell’Italia (nella nota canzone Italia mia, benché il parlar sia indarno).

Rilevante, per la lettura dell’opera e per il suo significato, il numero complessivo dei testi (366), che trasformano il Canzoniere in una specie di breviario sulla strada della spiritualizzazione, in cui cioè la vicenda del singolo può acquisire valore paradigmatico, e invitare così tutti alla conversione morale. La novità dell’impostazione dei Rerum vulgarium fragmenta sta nel fatto che questo percorso scopre la dimensione dell’interiorità individuale, che assume così molta più importanza rispetto alla serie degli eventi esterni reali.

 

Stile e figure retoriche

 

Dal punto di vita stilistico, pur nella sua ampiezza, il Canzoniere si caratterizza per una notevole unità stilistica, dovuta soprattutto al lungo lavoro di revisione e selezione della propria lingua poetica operato dal poeta nel corso di quasi quarant’anni. Il successo è tale che la lingua della lirica italiana verrà fortemente condizionata, nei secoli a venire, dallo stile dei Rerum vulgarium fragmenta. Alla complessiva omogeneità dello stile contribuiscono anche la tecnica della ripresa e il ricorso al Leitmotiv, che danno unità e creano connessioni multiple tra i diversi testi.

Le tematiche del Canzoniere (l’amore infelice per Laura, il tormento morale, la percezione del passare del tempo) si traducono poi in un gruppo di figure retoriche anch’esse ricorrenti: l’antitesi (come nei sonetti Zefiro torna, e ‘l bel tempo rimena oppure Erano i capei d’oro a l’aura sparsi), l’endiadi (nel v. 5 di Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono: “piango et ragiono”), asindeti e polisindeti, parallelismi (Movesi il vecchierel canuto e bianco) e chiasmi (Pace non trovo, et non ò da far guerra), allitterazioni, anafore e climax.

1 Petrarca ottiene infatti la prestigiosa laurea poetica nell’aprile del 1341, dopo una dissertazione in Campidoglio di fronte a Roberto d’Angiò (1277-1343).

2 Il lunghissimo lavoro di revisione del testo - durato circa quarant’anni e conclusosi praticamente con la morte del poeta - e le sue ultime volontà sulla forma definitiva dei Rerum vulgarium si possono constatare grazie da due preziosissimi manoscritti, conservati alla Biblioteca Vaticana: il Vaticano Latino 3195, che contiene la redazione finale del Canzoniere, e il Vaticano Latino 3196, definito “codice degli abbozzi”, su cui il poeta prova e sperimenta soluzioni diverse di allestimento della raccolta e di disposizione dei singoli componimenti.