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Hegel: fenomenologia e comprensione, assoluto implicito e assoluto esplicito

Carlo Sini riprende le fila del discorso su verità e movimento dell'intero, con una prima considerazione: se è vero che la verità è la vita organica dell'intero, allora anche la comprensione dell'intero è parte dell'intero stesso e vive al suo interno. La comprensione è parte dell'intero e del suo sviluppo: è un momento dell'intero.
Il nodo problematico di tale considerazione risiede nel fatto che, a questo punto, ci si trova davanti a due interi, quelli che Hegel chiama "assoluto implicito" e "assoluto esplicito". Il filosofo stesso li distingue: l'assoluto implicito contiene la comprensione implicitamente ed essa, è una delle sue unità in movimento, mentre solo al termine del processo l'intero diviene esplicito, assurge alla figura dell'autocoscienza, del divino.

La domanda attorno a questi due interi diviene problematica nel momento in cui non solo la comprensione è interna al processo dell'assoluto, ma anche quando ci si chiede: come si determina e qual è la figura fenomenologica della comprensione stessa? Se ci rifacciamo all'immagine del "boccio, fiore, frutto", essa dovrebbe essere identificata con il frutto: infatti, è alla luce del frutto che si può ricostruire la storia della pianta e la forza che la muoveva in maniera implicita a diventare frutto. Presumere di trovarsi nel punto culminante e conclusivo del processo è, però, un atto problematico: Sini analizza la questione e propone una propria interpretazione risolutiva.

Carlo Sini (Bologna, 1933), filosofo e docente di Filosofia teoretica in diverse università italiane, è autore di numerose opere sui temi della fenomenologia, del pragmatismo e del rapporto tra semiotica e filosofia ermeneutica.
Ha tenuto e tiene tuttora corsi, seminari e conferenze sia in Italia, sia all'estero (Stati Uniti, Canada, Argentina, Spagna, Svizzera e altri paesi europei).