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Foscolo, "Alla Sera": analisi e commento

Parafrasi Analisi
Introduzione ai sonetti di Ugo Foscolo e lettura e analisi di Alla Sera, a cura di Matteo Pascoletti.
 
Il canzoniere di Ugo Foscolo, pubblicato nel 1803 a Milano, presenta un numero esiguo di componimenti: dodici sonetti e due odi. La presenza delle odi è un esplicito omaggio a Giuseppe Parini, modello di poesia neoclassica che ispirerà sempre la produzione di FoscoloAlla Sera, il primo dei sonetti, può essere preso come modello del canzoniere, in quanto appaiono temi e situazioni ricorrenti. Inoltre, proprio per la presenza dei temi cari al poeta, può essere visto come una premessa e introduzione all'opera. In questo sonetto l'ordine sintattico supera sia l'ordine del verso (su 14 versi, 11 sono con enjambement), sia l'ordine delle strofe. Nel componimento si sente l'influenza dei petrarchisti cinquecenteschi e di Petrarca stesso (l'ultimo verso è, infatti, una citazione diretta di un suo sonetto). Il poeta invoca la sera come immagine di dolcezza e quiete che ricorda la morte, vista non negativamente, ma come assopimento delle fatiche e degli affanni della vita.
 
Foscolo riprende la concezione positiva della morte dal materialismo del poeta latino Lucrezio, che vede la morte come un sonno quieto ed eterno da cui non ci si riprende. Ma nel componimento non ci sono solo influenze classiche e medievali, ma anche contemporanee della lirica tedesca di fine Settecento, lo Sturm und Drang. Questo si evince nel tentativo di trovare corrispondenze tra lo stato d'animo del poeta e l'ambiente naturale. La sera, quindi, rispecchia le profondità dell'animo inquieto di Foscolo.