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Il mito della caverna di Platone: le idee, la conoscenza e la verità

Secondo Platone, quando predichiamo qualcosa di un soggetto – "Socrate è giusto" – noi affermiamo che Socrate partecipa dell’idea di giustizia; non solo: per Platone l’idea di giustizia è anche causa dell’essere giusto di Socrate.
 
La differenza tra un ente naturale, Socrate, e un ente ideale, il giusto in sè, è che l’idea di giustizia, come l’idea di triangolo, è sempre identica a sè, mentre gli enti naturali partecipano del divenire; tuttavia è proprio su quel triangolo ideale che noi basiamo i giudizi certi della geometria. E dato che, come aveva insegnato l’eleatismo, la validità della conoscenza dipende dalla stabilità ontologica del suo oggetto, Platone non può che concludere che le idee sono più reali degli enti naturali che di quelle idee di volta in volta partecipano: il giusto in sè, il buono in sè, il bello in sè sono più stabili dello stato delle cose del divenire. È proprio questa stabilità della verità che ci permette di rapportarci ad essa: si apre uno spazio non condizionato dalla persuasione, né dalla brutalità dei dati di fatto.
 
Per Platone, ogni livello ontologico ha la sua forma di conoscenza corrispondente: si dà episteme, cioè scienza, del mondo ideale, e si dà doxa, cioè opinione, del mondo sensibile; la doxa non è da rigettare, ma è una forma di conoscenza adeguata allo statuto ontologico del suo oggetto. Nella Repubblica Platone traccia una scala dei tipi di conoscenza: due – la congettura e la credenza – appartengono al mondo sensibile e dunque all’opinione, e altre due – la deduzione e la dialettica – al mondo intelligibile e dunque alla scienza. L’ascesa dall’opinione alla scienza è narrata da Platone con la celebre "allegoria della caverna".

Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.