4'

"Lettere di Machiavelli a Francesco Vettori": estratti e analisi

Gran parte dell’epistolario di Machiavelli è composto da lettere indirizzate all’amico Francesco Vettori, all’epoca ambasciatore di Firenze presso la corte papale. Celeberrima è la missiva che data 10 Dicembre 1513, in cui Machiavelli preannuncia al Vettori il progetto del De principatibus.

 

Nella prima parte della lettera, prima di giungere a tale dichiarazione, Machiavelli racconta all’amico le sue giornate da esiliato all’Albergaccio, caratterizzate da un ozio forzato. Dopo che la famiglia dei Medici aveva riottenuto il potere a Firenze, infatti, il Machiavelli aveva dovuto abbandonare la vita politica della città. Machiavelli, quasi sfidando la Fortuna avversa, reagisce a questa condizione di isolamento dalla città e dalla cultura fiorentina, che l'autore continua comunque ad agognare e a desiderare. Reagisce quindi in modo attivo alla sorte, come leggiamo in un estratto della lettera:

 

E poiché la fortuna vuol fare ogni cosa, ella si vuole lasciarla fare, stare quieto e non le dare briga, e aspettar tempo che la lasci fare qualche cosa agl’huomini; e all’hora starà bene a voi durare più fatica, vegliar più le cose, e a me partirmi di villa e dire: eccomi.

Come racconta all’amico, di giorno si mescola al popolo occupandosi di cose volgari e quotidiane: "Cosí, rinvolto in tra questi pidocchi, traggo el cervello di muffa, e sfogo questa malignità di questa mia sorta, sendo contento mi calpesti per questa via, per vedere se la se ne vergognassi.” 

Quando giunge la sera invece si spoglia di questi abiti volgari e si dedica alla sua vera passione, la lettura dei classici latini, fondamentali anche per la stesura del suo progetto letterario, riservando particolare attenzione agli scritti di Tito Livio:

 

Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui;”. Discute coi testi, medita e si concentra sulle loro pagine: “[...] dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro.

In questa lettera al Vettori l’autore sintetizza dunque l’importanza del rapporto coi classici, che costituiscono una delle sue componenti culturali principali. In una lettera del 1515 sempre indirizzata al Vettori, Machiavelli sottolinea la varietà di toni stilistici e di argomenti affrontati e utilizzati nella loro corrispondenza, e di come in questo modo i due s’ispirino alla natura:

 

Chi vedesse le nostre lettere, honorando compare, et vedesse le diversità di quelle, si maraviglierebbe assai, perché gli parrebbe hora che noi fussimo huomini gravi, tutti vòlti a cose grandi, et che ne' petti nostri non potesse cascare alcuno pensiere che non havesse in sé honestà et grandezza. Però dipoi, voltando carta, gli parrebbe quelli noi medesimi essere leggieri, inconstanti, lascivi, vòlti a cose vane. Questo modo di proccedere, se a qualcuno pare sia vituperoso, a me pare laudabile, perché noi imitiamo la natura, che è varia; et chi imita quella non può essere ripreso.

Machiavelli conferma ancora una volta la propria volontà di aderire e di accettare la realtà in ogni suo aspetto, aprendosi alla mutevolezza e ai vari livelli dell’esistenza, da quelli più bassi e volgari, a quelli intellettuali e colti. Unendo questi due atteggiamenti che compongono la natura umana, Machiavelli giunge a teorizzare per la prima volta la scienza della politica, presentata come una materia d’indagine indipendente, svincolata dalla religione, dalla filosofia e dall’etica.  L’unico modo per comprendere la politica e poter meditare su di essa, secondo Machiavelli, è conoscere e analizzare gli eventi passati.