4'

Dante Alighieri, "Ben ti faranno il nodo Salamone": parafrasi del testo

Terzo sonetto della celebre tenzone con Forese Donati (il secondo scritto da Dante). Ricorrendo allo stile mordace proprio del genere, l’Alighieri nel primo sonetto aveva alluso all’insoddisfazione coniugale della moglie del Forese, il quale, rispondendo per le rime, aveva fatto riferimento a un torto (non precisato) commesso dallo stesso Dante nei confronti del padre defunto. Con questo componimento Dante lancia la sua controreplica, accusando il rivale per i suoi peccati di gola, alludendo, in modo più o meno esplicito, ai suoi problemi con i debiti e, ancor più cripticamente, ai suoi furti.

Metro: sonetto con schema ABAB ABAB CDE CDE.

  1. Ben ti faranno il nodo Salamone 1,
  2. Bicci novello 2, e’ petti de le starne 3,
  3. ma peggio fia la lonza del castrone,
  4. ché ‘l cuoio 4 farà vendetta de la carne;
  5. tal che starai più presso a San Simone 5,
  6. se tu non ti procacci de l’andarne:
  7. e ‘ntendi che ‘l fuggire el mal boccone
  8. sarebbe oramai tardi a ricomprarne.
  9. Ma ben m’è detto che tu sai un’arte 6
  10. che, s’egli è vero, tu ti puoi rifare,
  11. però ch’ell’è di molto gran guadagno;
  12. e fa sì, a tempo, che tema di carte
  13. non hai, che ti bisogni scioperare 7;
  14. ma ben ne colse male a fi’ di Stagno 8.
  1. A farti bene (in gola) il nodo di Salomone,
  2. Bicci novello, ci penseranno i petti delle starne,
  3. ma la lombata ti procurerà un danno anche peggiore del castrato,
  4. giacché la pelle farà vendetta della carne mangiata;
  5. Al punto tale che dovrai startene prigioniero a San Simone,
  6. se non ti sbrighi a dartela a gambe al più presto:
  7. sai bene che rifiutare il boccone cattivo
  8. sarebbe ormai rimedio tardivo per i debiti già contratti.
  9. Mi è stato detto che tu conosci un’arte [quella del furto]
  10. con la quale, se mi hanno detto il vero, puoi ben rifarti,
  11. dal momento in cui è attività molto redditizia;
  12. e per un po’ cerca di non avere timore
  13. delle obbligazioni, così da non dover interrompere i tuoi affari;
  14. ma fecero una brutta fine i figli di Stagno.

1 Il “nodo di Salomone” - in araldica, un intricato sistema di nodi - si materializza, per il ghiotto Forese, in petti di squisita selvaggina (le "starne" del v. 2) e la lombata.

2 Bicci novello: Bicci è soprannome con il quale Dante si rivolge a Forese in tutti e tre i sonetti della tenzone da lui scritti. L’aggiunta dell’appellativo "novello" consente di differenziarlo rispetto a un antenato che aveva identico soprannome.

3 e’ petti de le starne: da anticipare, nella costruzione della frase, in quanto soggetto di “ben ti faranno”

4 cuoio: la pelle delle carni mangiate procurerà a Forese un danno anche maggiore del “nodo di Salamone” perché si trasformerà nella carta per le obbligazioni della quale si parlerà al v. 11.

5 San Simone è il quartiere fiorentino nel quale si trovava la più importante prigione di Firenze, ma anche sede effettiva della casa del Forese.

6 Il tema del furto torna in modo più evidente nel quinto sonetto della tenzone, intitolato Bicci novel, figliuol di non so cui, dove viene esplicitato il tema del “torre l’altrui”, e cioè del rubare (vv. 1-4: “Bicci novel, figliuol di non so cui | (s’i’ non ne domandassi monna Tessa), | giù per la gola tanta rob’ hai messa, | ch’a forza ti convien torre l’altrui”).

7 scioperare: va inteso nel senso di “astenersi dalle proprie mansioni”.

8 Stagno: doveva essere una famiglia di ladri, e pure ben conosciuta al tempo se Dante decide di farvi riferimento per indicare - in modo criptico e allusivo - le ruberie nelle quali Forese sarebbe solito cimentarsi.