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Wordsworth, “I wandered lonely as a cloud”: traduzione e analisi

Introduzione

 

I wandered lonely as a cloud è una poesia del poeta romantico inglese William Wordsworth (1770-1850), nota anche con il titolo di Daffodils, dal nome del fiore protagonista del testo, il narciso o giunchiglio. Daffodils, scritto nel 1804 e pubblicato nella raccolta Poems in two volumes del 1807, è un testo tipicamente romantico, caratterizzato dal rapporto tra l’uomo e la Natura e dalla concezione della poesia come ricordo di una emozione vivida e accesa. Il testo è basato su un’esperienza autobiografica, ovvero una passeggiata in campagna con l’amata sorella Dorothy durante la quale il poeta si trova di fronte a una distesa di narcisi lungo un lago. Wordsworth editerà il testo per una seconda edizione nel 1815.

La poesia è un perfetto esempio di quelle “emotions recollected in tranquillity” di cui Wordsworth parla nella sua Preface alle Lyrical Ballads. Egli Infatti non descrive il momento in cui ha visto i narcisi, ma il ricordo di quel momento, come si vede soprattutto nell’ultima strofa del testo (vv. 19-22: “when on my couch I lie | in vacant or in pensive mood, | they flash upon that inward eye | which is the bliss of solitude”).

 

Il rapporto con le Lyrical Ballads

 

Nel 1798 William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge (1772-1834) pubblicano una raccolta di poesie intitolata Lyrical Ballads. La raccolta è il risultato di una lunga e proficua amicizia e scambi d’idee tra i due poeti. Wordsworth inserisce nelle Lyrical Ballads con poesie su eventi comuni, scritte con un linguaggio tendenzialmente semplice e quotidiano, mentre il contributo di Coleridge, autore di quattro testi, è caratterizzato maggiormente dal fascino per la natura esotica e per gli scenari mitici e fantastici, come si può vedere nella sua Rime of the Ancient Mariner (La ballata del vecchio marinaio, 1797-1798). La raccolta viene poi pubblicata nuovamente nel 1800 (seguiranno poi altre due edizioni nel 1802 e nel 1805), quando Wordsworth aggiunge una importante prefazione, intitolata Preface, considerata il manifesto del Romanticismo inglese. Wordsworth vi espone infatti tutte le principali idee del Romanticismo, che avranno un grande influsso sulla generazione poetica successiva di George Byron, Shelley e John Keats. Tra le caratteristiche fondamentali della poesia secondo il Preface possiamo indicare:

  • La scelta di temi e linguaggio quotidiani così da creare una poesia “democratica” accessibile a tutti. Si percepisce qui l’influenza delle idee della Rivoluzione francese, che ebbe un forte impatto sul poeta durante la sua permanenza in Francia, anche se poi Wordsworth, sconvolto dagli eccessi del Terrore giacobino, si sposterà su posizioni politiche assai più moderate;
  • La concezione del poeta come uomo che parla agli uomini, da cui lo distingue la potente immaginazione, che gli permette di cogliere nella realtà naturale ciò che sfugge alla maggior parte delle persone;
  • La descrizione della poesia come uno “spontaneous overflow of powerful feelings: it takes its origin from emotion recollected in tranquillity”, ovvero un flusso spontaneo di potenti sentimenti che trae origine dalle emozioni raccolte, o ricordate, in tranquillità. Questa concezione di poetica - che in parte allontana Wordsworth dall’amico Coleridge - si riflette in alcuni dei testi più noti delle Lyrical Ballads, come Tintern Abbey, dove è centrale la funzione del ricordo.

 

Un elemento fondamentale nella poesia di Wordsworth, e di tutti i romantici, è poi rappresentato dalla Natura, che viene presentata principalmente in tre modi: 

  • Il contrasto tra Natura e città: la natura, rappresentata dalle montagne, i fiumi, i laghi, i boschi del Lake District 1 è spesso contrapposta ai rumori e ai turbamenti della città. La scena rurale nella poesia di Wordsworth è spesso silenziosa e solitaria ma non desolata, poiché la quiete è fonte di piacere per l’uomo (e per il poeta in particolare), nonché condizione fondamentale per raccogliere “in tranquillity” le emozioni che costituiscono la base della creazione poetica. Non a caso, in I wandered lonely as a cloud i veri protagonisti non sono gli uomini e nemmeno il poeta stesso, ma gli elementi della natura come il lago o i narcisi;
  • La Natura come fonte di ispirazione:più che concentrarsi sulla descrizione dei luoghi Wordsworth descrive la relazione tra uomo e natura, secondo un legame di intima correlazione tra l’uno e l’altra. La Natura non è vista come una realtà esterna ed estranea all’uomo, ma come qualcosa di cui l’uomo è intrinsecamente parte. I nostri migliori sentimenti sono ispirati dalla Natura, la quale ci permette di scoprire i nostri valori morali e spirituali. Wordsworth osserva quindi la Natura consapevole del fatto che l’attimo presente, fissato nei suoi versi, verrà ricordato in futuro;
  • La Natura come forza vitale:nella poesia di Wordsworth la Natura sembra avere una vita a sé e l’uomo comunica con la Natura nel senso letterale del termine. Questa visione panteistica della Natura, che è tipicamente romantica e che considera Dio e la Natura come due entità non separabili, verrà in seguito rifiutata da Wordsworth, poiché non coerente con la dottrina cristiana.

 

Parafrasi

Metro: quattro stanze di tetrametri giambici con schema di rime ABABCC.

  1. I wandered lonely as a cloud
  2. that floats on high o'er vales and hills,
  3. when all at once I saw a crowd 2,
  4. a host, of golden daffodils;
  5. beside the lake, beneath the trees,
  6. fluttering and dancing in the breeze.
  7. Continuous as the stars that shine
  8. and twinkle on the milky way,
  9. they stretched in never-ending line
  10. along the margin of a bay:
  11. ten thousand saw I at a glance,
  12. tossing their heads in sprightly dance.
  13. The waves beside them danced; but they
  14. out-did 3the sparkling waves in glee:
  15. a poet could not but be gay,
  16. in such a jocund company:
  17. I gazed - and gazed - but little thought
  18. what wealth the show to me had brought:
  19. for oft, when on my couch I lie
  20. in vacant or in pensive mood 4,
  21. they flash upon that inward eye 5
  22. which is the bliss of solitude 6;
  23. and then my heart with pleasure fills,
  24. and dances with the daffodils.
  1. Vagavo solitario come una nuvola

  2. che fluttua in alto sopra valli e colline,

  3. quando vidi all’improvviso una moltitudine,

  4. un mare, di narcisi dorati;

  5. accanto al lago, sotto gli alberi,

  6. tremolanti e danzanti nella brezza.
  7. Ininterrotti come le stelle che splendono
  8. e luccicano lungo la Via Lattea,

  9. si dispiegavano in una linea infinita
  10. lungo le rive di una baia:

  11. con uno sguardo ne vidi diecimila,

  12. che muovevano la testa danzando briosi.
  13. Le onde accanto a loro danzavano; ma essi
  14. superavano in gioia le luccicanti onde:
  15. un poeta non poteva che esser felice,

  16. in una compagnia così gaia.

  17. Osservavo - e osservavo - ma non pensavo

  18. a quanto bene un tale spettacolo mi avesse donato:
  19. poiché spesso, quando mi sdraio sul mio divano
  20. di umore assente o pensieroso,

  21. essi appaiono davanti a quell’occhio interiore
  22. che è la gioia della solitudine;

  23. e allora il mio cuore si riempie di piacere,

  24. e danza coi narcisi.

1 Il Lake District è una regione del nord-ovest dell’Inghilterra, tra Lancashire, Westmorland e Cumberland (ora in Cumbria), caratterizzata dall’abbondanza di laghi e specchi d’acqua. Wordsworth, che vi si ritira a vivere, e Coleridge sono chiamati, insieme con altri poeti a loro affini (come Thomas De Quincey e Robert Southey), come “poeti del lago”.

2 Da notare come sin dai primi versi il poeta e la Natura si scambiano i ruoli: il primo si paragona ad una nuvola (v. 1: “as a cloud”), mentre i narcisi dorati sono simili ad una folla di esseri umani (v. 3: “crowd”).

3 out-did: l’idea è che gli elementi naturali competano quasi tra loro per chi offre più gioia.

4 in vacant or in pensive mood: il poeta è quindi qui emotivamente tranquillo e non preda dell’emozione, può quindi ricordare con calma e dare il giusto peso ai sentimenti.

5 that inward eye: l’occhio interiore rappresenta l’io soggettivo del poeta, ed è tanto importante quanto l’occhio esterno. Attraverso di questo, infatti, egli osserva la natura, ma è l’occhio interiore a creare a posteriori la visione poetica che deriva da ciò che l’occhio esterno ha osservato.

6 the bliss of solitude: tutta la poesia è attraversata dalla dialettica tra solitudine e compagnia intima con la Natura. Il poeta infatti vive la sua condizione di isolamento dagli altri uomini come condizione privilegiata e gode invece della bellezza della Natura, simboleggiata dalla moltitudine (vv. 3-4: “a crowd | a host [...]”) dei narcisi.