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Cartesio, le "Meditazioni metafisiche" e il "cogito ergo sum"

Gli interessi di Cartesio, a partire dalle linee-guida del Discorso sul metodo (1637), si ramificano con coerenza in varie direzioni, tra cui la metafisica, cui il pensatore francese dedica un numero non indifferente di lavori e pagine: il Piccolo trattato di metafisica (1629) alcuni passaggi del Discorso stesso, le Meditazioni metafisiche (1641-1642) e la prima sezione dei Principi della filosofia (1644). Qui il filosofo di La Haye riprende la tesi del “dubbio metodico” della quarta parte del Discorso, sviluppando in direzione del suo celebre “Cogito” e della dimostrazione dell’esistenza di Dio.

Nella prima meditazione si passa dal dubbio metodico al dubbio iperbolico sull’intera realtà, per rifondare ab ovo i nostri processi conoscitivi. L’esistenza dell’uomo in quanto essere pensante, nonostante il “genio maligno” e ingannatore, diventa nella seconda meditazione l’intuizione fondamentale della formula "ego cogito, ego sum” (passata in proverbio come cogito ergo sum, benché non si tratti di un sillogismo). La terza meditazione definisce i tre tipi di idee (in senso stretto, quelle avventizie, quelle fattizie) e l’idea di Dio come esperienza della mia finitezza ed imperfezione. Dio, che non inganna, è oggetto anche della quarta meditazione, dove si specifica che gli errori di giudizio dipendono dalla nostra volontà, e non dal nostro intelletto. Quinta e sesta meditazione, infine, discutono l’essenza degli enti materiali (cui collegare la prova ontologica dell’esistenza di Dio), l’esistenza degli oggetti e la differenza tra anima e corpo.

Gli interessi etici di Cartesio e la sua “morale provvisoria”, che si presentano già nel Discorso sul metodo, tornano nel trattato Le passioni dell’anima (1649); secondo il filosofo sono tre le norme di comportamento generali cui attenersi: obbedire a leggi e costumi del proprio paese (secondo un principio di moderatismo), essere perseveranti nelle proprie decisioni, dominare stoicamente le proprie passioni, adattandosi al mondo in cui si vive.

Bibliografia essenziale:

Manuali

 

- N. Abbagnano, Storia della filosofia, Torino, UTET, vol. II, 2005.
- F. Adorno, T. Gregory, V. Verra, Manuale di storia della filosofia, Roma, Laterza, 1996.
- P. Rossi, C. A. Viano, Storia della filosofia, Roma, Laterza, vol. III, 1995.

Saggi

 

- G. Crapulli, Introduzione a Descartes, Roma, Laterza, 1988.
- K. Löwith, Dio, uomo e mondo nella metafisica da Cartesio a Nietzsche, Roma, Donzelli, 2000.

Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.