Caricamento per strofinio e sostanze resinose

L'elettrostatica è una disciplina davvero antica: già i greci antichi (abbiamo testimonianze di esperimenti di Talete) si accorsero che alcune resine, in particolare l'Ambra, se strofinate mostrano alcune proprietà, attraendo corpi leggeri, come il pelo degli animali o piccoli pezzi di carta. Queste proprietà, dal nome greco dell'ambra (elektron), vennero dette elettriche dallo scienziato inglese William Gilbert nel 1600.

Questo fenomeno è oggi noto come caricamento o “elettrizzazione per strofinio”, ed è uno dei tre modi più comuni, assieme a contatto e induzione, per caricare un corpo di elettricità.

Strofinando alcuni materiali plastici (detti, per la loro analogia con l'ambra, resinosi) con un panno di lana è possibile ottenere sulla loro superficie delle cariche elettriche negative ($-$), che chiameremo elettroni. Sono materiali resinosi la plastica, l'ambra, il polistirolo. Viceversa esistono dei materiali (detti vetrosi) che, se strofinati, palesano sulla loro superficie delle cariche positive ($+$), i protoni.

Lo strofinio è un modo di caricare i corpi che sfrutta l'energia cinetica o di movimento per strappare cariche ai materiali in oggetto. Naturalmente ogni volta che carichiamo un corpo per strofinio, ad esempio di cariche negative, avremo sempre sul panno di lana un esuberanza di cariche positive (orfane degli elettroni ceduti al materiale strofinato).

 

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