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Boccaccio, "Elegia di Madonna Fiammetta": prologo e commento

Il prologo alla Elegia di Madonna Fiammetta è un ottimo esempio della prevalenza della tematica amorosa e della capacità di penetrazione psicologica che caratterizza tutta l’opera di Boccaccio. L'Elegia si presenta infatti come un lungo monologo, che vede al centro la narrazione in prima persona di Fiammetta, immagine femminile ricorrente nella penna di Boccaccio. La donna rivolge qui un appello esplicito alle donne innamorate sue lettrici, appello dal quale traspaiono bene le sue finalità: “...mi piace, o nobili donne, ne’ cuori delle quali amore più che nel mio forse felicemente dimora, narrando i casi miei, di farvi, s’io posso, pietose”.

 

Fiammetta non incarna più la donna oggetto d’amore spirituale ereditata dalla cultura stilnovista, ma è figura attiva e dotata di una forte sensibilità, che condivide del resto con coloro che l'ascoltano, e che sono le uniche in grado di capire il suo stato d’animo e la sua triste vicenda. Così Fiammetta si confida al suo pubblico eletto: “Né m’è cura perché il mio parlare agli uomini non pervenga, anzi, in quanto io posso, del tutto il niego loro, però che sì miseramente in me l’acerbità d’alcuno si discuopre, che gli altri simili imaginando, piuttosto schernevole riso che pietose lagrime ne vedrei. Voi sole, le quali io per me medesima conosco pieghevoli e agl’infortunii pie, priego che leggiate...”.

 

Qui Boccaccio non indorerà la pillola delle sofferenze d’amore adornandola e confondendola con ambientazioni epiche o favole greche; anzi, l’elegia di Fiammetta è un’opera fortemente introspettiva, che mette in primo piano l’animo ferito della donna e l’isteria suicida che deriva dal tradimento dell'amato: un vero romanzo psicologico, composto da lunghi monologhi della ‘malata d’amore’, e dalle risposte della paziente e saggia balia: “voi, leggendo, non troverete favole greche ornate di molte bugie, né troiane battaglie sozze per molto sangue, ma amorose, stimolate da molti disiri, nelle quali davanti agli occhi vostri appariranno le misere lagrime, gl’impetuosi sospiri, le dolenti voci e li tempestosi pensieri, li quali, con istimolo continuo molestandomi, insieme il cibo, il sonno, i lieti tempi e l’amata bellezza hanno da me tolta via”.

 

Tuttavia, se anche la vicenda di Fiammetta ha una forte componente patetica, non viene mai meno l'elaborazione letteraria; la vicenda è sempre filtrata dallo stile letterario di Boccaccio, attento a conservare una forma raffinatamente elevata, costruita a partire dal modello delle Heroides dello scrittore latino Ovidio.