Verifica: Kant, la morale e l'estetica

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    Nella “Critica della ragion pratica” Kant vuole definire, per sua stessa ammissione, le condizioni “materiali” da cui dipende la vita pratica dell’individuo.

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    L’etica kantiana ha un carattere “formale” in quanto:

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    La morale kantiana, nel suo sviluppo cronologico, sostiene l’eteronomia piuttosto che l’autonomia della nostra volontà.

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    Per Kant le massime sono:

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    Per Kant, prerequisito fondamentale della libertà umana è l’esercizio del libero arbitrio.

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    Gli imperativi ipotetici di Kant sono un’eredità della filosofia di:

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    Le idee della ragion pratica - trattate da Kant nella sezione intitolata “Dialettica della ragion pratica”- si rifanno alle antinomie discusse nella “Critica della ragion pura”.

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    Per Kant, il giudizio riflettente:

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    Il “bello” per Immanuel Kant è l’oggetto di un piacere disinteressato, che non muta da individio a individuo.

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    Il “sublime” kantiano si suddivide in:

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    Il sentimento negativo che Kant associa al “sublime” è dovuto alla nostra impossibilità di replicare un’esperienza estetica sovrumana ed eccezionale.