VITALISMO DI PIRANDELLO

ottimo il video, ma vorrei avere un' idea più precisa della concezione della realtà pirandelliana. se in essa è chiaro il dualismo vita/forma, cosa caratterizza la vita? detto in altri termini se la forma è l' immagine (con tutti i suoi limiti di assoluta soggetivita e caducità) della realtà, la realtà in se stessa come si caratterizza? E' un tutto irrazionale e inconoscibile, una sorta di noumeno? E ancora, la realtà in pirandello viene pensata come interiore al soggetto o esteriore? per finire, l'esperienza della realtà in se stessa,che provoca la caduta delle nostre rappresentazioni é assimilabile all'esperienza del thauma in un certo senso ?


il 10 Dicembre 2015, da Francesco Bilotta

Apollonio Rodio il 10 Dicembre 2015 ha risposto:

Una domanda davvero interessante, ma altrettanto complessa, a cui è difficile rispondere in modo esaustivo in poche righe, e che richiede molte conoscenze, anche in ambito filosofico. Quindi, mi complimento per l'ottima domanda, che denota un approccio attento all'opera pirandelliana. Proverò a risponderti, scusandomi fin da subito, se dovessi risultare in qualche modo manchevole. Allora, la realtà è per Pirandello assolutamente insondabile, assolutamente irrazionale ( in quanto non riconducibile agli schemi della nostra ragione ), un flusso dinamico inarrestabile. Il confronto, da te proposto, con il noumeno ( di kantiana memoria ) può darti un'idea, anche se io ( ed ho trovato corroborata la mia tesi in alcuni saggi ) associo la concezione pirandelliana di realtà a quella schopenhaueriana, in cui la realtà vera è a noi schermata dal cosiddetto "velo di Maya", e ciò che siamo in grado di percepire sono solamente "rappresentazioni", inganni, illusioni ( ugualmente in Pirandello, i personaggi si illudono di conoscere la realtà, ma quasi sempre ne restano scottati ). Se potessimo aprire un "varco" in questo velo, ossia trovare "lo strappo nel cielo di carta", ci accorgeremmo che il fondamento del reale è una volontà cieca e irrazionale ( per Schopenhauer ), caotica e senza scopo, non afferrabile mediante categorie ( ciò che, appunto, Pirandello afferma nel saggio sull'Umorismo e altrove ). Ne deriva, dunque, una visione del reale e della vita oltre modo pessimista, in cui non trovano posto gli eroi tradizionali, con le loro incrollabili certezze, Oreste ed Achille ad esempio, ma solo eroi moderni, come Amleto, in balia della più totale incertezza ( si veda in merito ciò che, bizzarramente, espone Anselmo Paleari, nel Fu Mattia Pascal ). Ci si dovrebbe però domandare dove si colloca l'errore ( o gli errori ) nel pensiero di Pirandello e di Schopenhauer, dal momento che accettando in toto le loro considerazioni si giunge ad accettare l'impossibilità di vivere ( sprofondando al pari del Belluca nella pazzia più completa ). Infine, rispondo affermativamente alla questione del thauma: sono la meraviglia e lo stupore a provocare la caduta delle nostre fasulle rappresentazioni, e lo si può intuire nella novella "Il treno ha fischiato", in cui lo stupore per l'insignificante fischio del treno conduce il Belluca a sperimentare il reale, ma sfortunatamente solo nella follia. Termino qui, con la speranza di essere stato chiaro a sufficienza; altrimenti, se permangono in te dei dubbi, riproponi la questione e sarò lieto di far chiarimento io stesso ( o comunque qualcuno dello staff si renderà disponibile per dissolvere le tue perplessità ). Buono studio, Apollonio Rodio.


Mi accorgo di aver commesso un'eccessiva ripetizione del termine "realtà", ma questo era il fulcro della discussione, per cui mi sia concesso l'errore di italiano ( non stavo scrivendo un tema, per fortuna ), al fine di rimarcare l'importanza chiave di questo concetto in Pirandello. Nuovamente saluti, Apollonio Rodio. - Apollonio Rodio 10 Dicembre 2015

sei stato molto chiaro, credo anzi che nello scrivere di concetti come in questo caso sia molto utile la ripetizione, se serve a chiarire il concetto. Ti ringrazio anche per aver apprezzato la mia domanda. In effetti non avevo pensato a Shopenhauer,il confronto ci sta molto di più. saluti. - Francesco Bilotta 10 Dicembre 2015