Svevo salute e malattia

vorrei che mi venisse spiegato con più precisione il rapporto salute e malattia in svevo


il 18 Aprile 2015, da Martina Perpolli

luca ghirimoldi il 20 Aprile 2015 ha risposto:

Ciao Martina, il tema dalla malattia (e quindi, specularmente, quello della salute) è l’argomento centrale di tutta la “Coscienza di Zeno”. L’argomento però è molto complesso e sfaccettato, perché non giunge mai ad un punto d’approdo fisso, né, tantomeno, ad una definizione chiara ed esaustiva del concetto stesso di “malattia”. Il tema viene affrontato da Svevo già nel suo romanzo “Una vita” del 1892, di cui trovi qui una sintesi (https://library.weschool.com/lezione/una-vita-sintesi-svevo-schopenhauer-5282.html), e poi nella “Coscienza” diventa il cardine di tutte le attività di Zeno. Quest’ultimo è infatti convinto di necessitare di una terapia psiconalitica, e per questo si rivolge all’ambiguo dottor S., che lo invita a redigere le proprie memorie durante la cura. Da questi scritti - arbitrariamente pubblicati dal dottore come vendetta nei confronti del suo paziente - emerge un quadro abbastanza complesso della “malattia” che affligge il protagonista: i vari capitoli affrontano infatti ciascuno un aspetto del male oscuro di Zeno (l’ossessione per le sigarette, il rapporto difficile con il padre, i legami con l’altro sesso e con la figura idealizzata di Malfenti, il rapporto con la moglie Augusta e l’amante, il successo professionale), ma senza identificare mai la causa reale da risolvere, o meglio senza che il protagonista ne sia mai davvero consapevole. Se la tecnica del monologo e l’ironia del narratore mettono in luce, agli occhi del lettore, tutte le finzioni e gli autoinganni del protagonista, il rapporto di Zeno con la malattia è sempre ambivalente: egli dice di voler guarire dalle proprie ossessioni, ma al tempo stesso si culla nella propria situazione, incapace di liberarsi davvero dai propri vizi (come quello del fumo, ad esempio) o dalle proprie illusioni (come quello che Ada lo ami o che il padre non lo disprezzi). Ciò che ne consegue - e che è assai importante per comprendere la visione del mondo di Svevo - è che i confini tra malattia e salute, nel corso del romanzo, si sfumano in molte occasioni, fino a confondersi quasi del tutto. Zeno, nel settimo e nell’ottavo capitolo (di cui trovi qui un’analisi: https://library.weschool.com/lezione/coscienza-di-zeno-svevo-grande-guerra-8-5628.html), sviluppa la propria riflessione sulla “grande, importante malattia” che affligge l’umanità. L’esistenza stessa è per Zeno, un morbo o una malattia, che diventa così una condizione antropologica da cui nessuno può dirsi esente. L’unica cura possibile è quella della apocalittica visione conclusiva, in cui un gigantesco ordigno causerà una “catastrofe inaudita” che annullerà tutto il pianeta, facendo tornare tutto alla “forma di nebulosa” primigenia. Se avessi bisogno di altre informazioni, qui trovi il nostro corso completo su Svevo (https://library.weschool.com/corso/biografia-svevo-romanzi-una-vita-senilita-coscienza-di-zeno-inetto-5718.html); se posso invece consigliarti un ottimo studio sul romanzo di Svevo, ti segnalo un libro di Mario Lavagetto (La cicatrice di Montaigne. Sulla bugia in letteratura, Torino, Einaudi, 1992) che analizza, tra le altre cose, il rapporto della “Coscienza” con la psicoanalisi freudiana e con il ribaltamento dei suoi canoni e delle sue convenzioni. Fammi sapere se ci sono altre domande, un saluto! :)

Sabrine El Boujidy il 23 Aprile 2015 ha risposto:

la salute è lo stato della gente normale, che gode tranquillamente dei doni della vita, che non si tormenta con la riflessione, vive, fa bene il suo lavoro, si contenta del ruolo che ha nella società, accetta la normalità; la malattia è lo stato di coloro che sono incapaci di scegliere e di vivere, ridotti a subire la vita con una sofferenza rassegnata, lucidamente consapevoli della loro malattia e della loro sconfitta di fronte alla vita stessa e pur tuttavia incapaci di lottare questa condizione ha però l'indubbio vantaggio di rendere il malato più disponibile al cambiamento e all'adattamento a quello stato patologico che è l'esistenza stessa (la vita è malattia), permettendo la sua sopravvivenza