Pascoli si identifica con l'assiuolo? Giusto?

Pascoli si identifica con l'assiuolo? Giusto?


il 21 Settembre 2017, da Maria Antonia Martinez

Apollonio Rodio il 23 Settembre 2017 ha risposto:

Per una trattazione interessante ( forse limitatamente mono-interpretativa, o quasi ) della lirica "L'Assiuolo", rimando al seguente link: "L'Assiuolo e altre poesie. - https://basnico.files.wordpress.com" -- Smentisco, poi, l'associazione Pascoli-Assiuolo, giacché il verso dell'animale ( rappresentato dall'onomatopeico "chiù" ) corrisponde ad un angoscioso e funereo presagio, un lamentoso "pianto di morte", che si insinua progressivamente nell'atmosfera notturna, quasi irreale e psichica, della poesia. Il "chiù" viene ad essere evocazione di sofferenti e sofferti ricordi, ricordo dei cari perduti e del nido spezzato ( in quest'ultimo senso, soltanto, si può accostare Pascoli all'assiuolo: entrambi sono stati strappati al nido famigliare ). In aggiunta, va detto che l'io del poeta emerge chiaramente nell'anafora "sentivo", disgiunto dall'assiuolo, più assenza che non presenza, sentito e non visto ( e pertanto soggetto di "riduzione fenomenica a pura sensazione", citando il Contini ). -- Detto ciò, esulando un po' dalla mera risposta alla tua domanda, vado a porre la mia attenzione su un aspetto, il procedimento analogico e sinestetico del Pascoli ( per accostamento di immagini, di suoni e di sensi ) nel costruire la lirica presente ( ma anche altre ). Il componimento consta di tre strofe legate primariamente dalla successione di immagini ( "veniva una voce dai campi" // "Le stelle lucevano rare" // "sentivo il cullare del mare" .... ), andamento questo che non può non rievocare i cosiddetti voli pindarici, caratterizzati da combinazioni inconciliabili - all'apparenza - e spesso insolite. C'è poi l'uso della sinestesia e della metafora ( “alba di perla” - “soffi di lampi” - “nebbia di latte” ) di gusto così affine al contemporaneo simbolismo francese, in special modo baudelairiano ( “profumi freschi … dolci come oboi …” ). C'è ancora l'allitterazione e il gioco timbrico con le vocali ( caro, una volta di più, ai francesi maledetti e parnassiani; si veda Rimbaud, le “Vocali” ) e il fonosimbolismo ( in cui è compresa, tra l'altro, l'onomatopea ) così peculiare al Pascoli. Infine, in certe tonalità di forte afflato poetico, si deve, per forza di cose, notare l'influenza del romanticismo inglese, nello specifico del Percy Shelley ( non solo per l'omonimo componimento del poeta inglese; si veda, infatti, anche “La nuvola” ). Con questi brevi accenni, ho voluto pure far risaltare come Pascoli fosse particolarmente attento ( da uomo poliedrico qual era ) alla produzione poetica più d'avanguardia e di origine d'oltralpe. Ed ora concludo, recuperando le fila del discorso, con il significato che assumono gli uccelli nell'ottica dell'analisi psicologica ( infatti, come prima si diceva – senza entrare in alcun merito specifico – l'atmosfera dell'Assiuolo è, oltre che notturna ed onirica, anche psichica ): gli uccelli, in sostanza, per la loro natura aerea ed eterea ( si levano in volo ), vanno a coincidere con i pensieri e l'assiuolo, in questo frangente, con pensieri cupi e dolorosi.


Colgo l'occasione per porgere le mie scuse qualora le risposte - alle vostre domande - non giungano in tempi brevi ( o, per lo meno, congeniali alle vostre necessità ) o - addirittura -, in taluni casi, non giungano affatto. Si fa quel che si può e si cerca di farlo al meglio, ovviando alle mancanze ( alla Mancanza ) dello staff. Saluti, Apollonio Rodio. - Apollonio Rodio 23 Settembre 2017