Pactum Unionis e Pactum Subiectionis

Ciao! Congratulazioni, intanto, per il contenuto: è davvero molto valido. C'è solo una cosa che mi lascia perplesso: Parlare di "pactum subiectionis" in Locke è, a mio parere, scorretto. Infatti - spiega bene Norberto Bobbio, quando, parlando di pactum subiectionis fa riferimento a un patto di "soggiogamento" - di subordinazione - dove l'individuo si sottomette al sovrano. Questo è il caso di Hobbes in cui troviamo la combinazione tra un pactum unionis (di creazione della società) e un pactum subiectionis (di soggiogamento alla figura del sovrano). In Locke, piuttosto, parlerei solo di un pactum societatis: infatti il sovrano - che non ha particolari poteri e che è uguale agli altri cittadini - ha solo lo scopo di fare da giudice imparziale e risanare i conflitti, portando lo stato di natura "storico" (dove le leggi sono valide ma inefficaci), a quello ideale. In Rousseau, comunque, resta sia un pactum societatis o unionis e un pactum subiectionis: alieniamo tutti i diritti e ci sottomettiamo a quella grande volontà generale, che siamo noi.


il 03 Giugno 2014, da Astorino Simone

Matilde Quarti il 03 Giugno 2014 ha risposto:

Ciao Simone, per quanto riguarda il "pactum subiectionis", nella stesura dei nostri testi utilizziamo il supporto di manuali e testi di filosofia e abbiamo preferito attenerci a una definizione più generale e di facile comprensione. Infatti con subiectio non si intende solamente un assoggettamento assoluto al sovrano, come nel caso di Hobbes, ma anche una rinuncia parziale ai propri diritti originari, come avviene in Locke.


A scopo puramente informativo: a quale manuale e testo hai fatto riferimento per il suddetto contenuto? Io solitamente uso l'Abbagnano grande, o comunque la riedizione dell'Abbagnano - Fornero, della Pearson. E, anche qui, a dire il vero, non si parla di un pactum subiectionis, anzi Abbagnano scrive " la costituzione di un potere civile non toglie agli uomini i diritti di cui godevano nello stato di natura tranne quello di farsi giustizia da sè; giacchè, anzi, la giustificazione del potere civile consiste nella sua efficacia a garantire agli uomini, pacificatamente, questi diritti. Se la libertà naturale consiste per l'uomo nell'essere limitato soltanto dalla legge di natura, la libertà dell'uomo nella società consiste << nel non sottostare ad altro potere legislativo che a quello stabilito per consenso nè al dominio di altra volontà o alla limitazione di altra legge da quella che questo potere legislativo stabilirà conformemente alla fiducia riposta in lui>>. In altri termini il consenso dei cittadini da cui si origina il potere civile fa di questo potere un potere scelto dagli stessi cittadini e quindi, nello stesso tempo, un atto e una garanzia di libertà dei cittadini medesimi" (anche perchè subiectio, onis, dal latino, in italiano significa "porre sotto, sottoporre" e dunque "assoggettare, sottoporre". Questa non può essere presa come una "forzatura") Concludo dicendole che questo non vuole essere un tentativo di contraddizione, bensì di chiarificazione (filosoficamente parlando preferisco capire il "perchè" delle cose e tentare di trovare con lei una soluzione alla questione) - Astorino Simone 03 Giugno 2014

Ciao Simone! :) abbiamo qui preferito citare il "pactum subiectionis" anche in relazione alla filosofia di John Locke perché essi appartengono alla tradizione di pensiero del giusnaturalismo (cui si fa riferimento nella lezione, per sottolineare l'originalità del "Contratto" di Rousseau); in tal senso, l'ottima citazione che fa di Bobbio è pertinente, ma di sicuro è anche un approfondimento specialistico che sottopone a critica (come è giusto che sia in certi contesti) aspetti peculiari di un sistema filosofico. Tra tutte le fonti del "pactum subiectionis" in Locke, c'è un manuale liceale ("Dialogos", Milano, Bruno Monadadori, 2000, p. 276) e la voce "John Locke" nel "Dizionario di Filosofia" della Treccani (2009), che puoi trovare anche online all'indirizzo: http://www.treccani.it/enciclopedia/john-locke_(Dizionario-di-filosofia)/. Cito da qui: "Di qui la struttura del patto in L., che torna ad articolarsi in due momenti: dapprima il "pactum societatis" (i cui contraenti sono gli individui e il cui contenuto è la nascita dell’associazione) e quindi il "pactum subjectionis" (i cui contraenti sono il popolo e il sovrano e il cui contenuto è la cessione di un unico diritto, quello a farsi giustizia da soli). Ne consegue che il potere dello Stato sarà rigorosamente limitato: esso non potrà mai violare i diritti naturali degli individui e dovrà rispettare il principio di legalità, esercitando i suoi poteri secondo procedure prefissate e pubbliche". In tal senso (anche considerando che la sfera semantica del verbo latino è abbastanza ampia) mi pare che si possa utilizzare "pactum subiectionis" con diverse sfumature. ovviamente senza sovrapporre l'assolutismo di Hobbes, il lberalismo di Locke e le tendenze democratiche di Rousseau! Grazie mille per il tuo contributo, un saluto e buona giornata! :) - luca ghirimoldi 04 Giugno 2014