Nietzsche e la morte di Dio

Avete detto che per Nietzsche la "morte di Dio" rappresenta il crollo degli ideali metafisici, il definitivo declino di ogni mondo ultraterreno consolatorio a favore del mondo terreno; ma come "simbolo di mondo ultraterreno" non si può prendere proprio il Dio cristiano? Nietzsche stesso dice che per lui l'ateismo è un istinto intellettuale, perché è una risposta troppo facile... e, morto Dio, sempre nella Gaia Scienza si legge che ora finalmente i pensatori possono pensare come vogliono. Non c'è qui quindi anche una critica proprio al Dio cristiano? Perché negarlo e ridurre "la morte di Dio" alla morte del principio fondante della società?


il 25 Gennaio 2016, da Sylvia Green

Matilde Quarti il 26 Gennaio 2016 ha risposto:

Ciao Sylvia, la morte di Dio implica sì il crollo dei valori fondanti della società, ma anche - di conseguenza - del principio trascendentesu cui si fondano. In realtà il Dio cristiano sembra essere già morto, quando Nietzsche opera, ma gli uomini, impauriti, non vogliono accettare il crollo delle certezze. Dio è morto proprio a causa del crollo della fede, ma l'era del superuomo non è ancora iniziata perché gli uomini brancolano nella paura attaccandosi ai principi repressivi delle loro società. Il riconoscimento del principio trascendente nel Dio cristiano, pertanto, è corretto, ma semplicistico. Infatti se è indubbio che tanta parte ha nella riflessione nietzscheiana, in questo caso il filosofo si spinge ancora oltre, andando a toccare il "principio trascendentale" che nella vita reale ha per lungo tempo separato l'uomo dalla sua realtà dionisiaco, relegandolo in un rassicurante ma punitivo bozzolo. Spero di essere stata abbastanza chiara, un saluto!


Grazie mille! :) - Sylvia Green 26 Gennaio 2016