"Le Odi" di Orazio

Non ho capito bene le modalità dell'imitatio e i modelli a cui si ispira per la composizione dell'opera.


il 26 Maggio 2015, da Chiara Renda

luca ghirimoldi il 27 Maggio 2015 ha risposto:

Ciao Chiara, provo a riassumere brevemente. L’operazione culturale delle “Odi” oraziane parte dal recupero dell’esperienza poetica greca e in particolare della lirica eolica - come detto nella nota 3 - di Alceo, Saffo, Anacreonete, percepiti come modelli e punto di riferimento per la raffinatezza dello stile e della forma. Orazio però non si limita a trasporre questo modello in lingua latina, ma ricorre appunto al concetto della “aemulatio” (in latino, “gara, emulazione” ma anche “rivalità”) ovvero al tentativo, spesso riuscito, di gareggiare alla pari col proprio modello. Si tratta cioè di un atteggiamento più complesso e maturo rispetto alla “imitatio” (la cui sfera semantica è quella di termini come “imitazione, copia, contraffazione”), che presuppone un rapporto subalterno rispetto agli originali. Un buon esempio del ruolo che Orazio assegna a se stesso rispetto alla poesia eolica lo si trova nell’ode “Exegi monumentum aere perennis (III, 30: https://library.weschool.com/lezione/orazio-exegi-monumentum-odi-traduzione-libro-III-ode-30-11291.html). Sul piano tecnico e compositivo, la diretta conseguenza dell’aemulatio è la carica di innovazione che Orazio inserisce nei generi tradizionali della poesia latina e la progettualità che attraversa i quattro libri della raccolta. I testi di indole metaletteraria, in cui Orazio riflette sull’operazione che sta compiendo, sono collocati in modo molto preciso ed occupano sempre la prima posizione di ogni libro (vedi la nota 1). Spero che tutto sia più chiaro adesso, ma se avessi ancora dubbi scrivici pure! Un saluto! :)