Adesione al Fascismo di Pirandello

Ciao Dennis, in effetti la questione dell’adesione di Luigi Pirandello al Partito Nazionale Fascista è una questione abbastanza complessa. Lo scrittore infatti aderisce esplicitamente al Fascismo nel settembre 1924, in uno dei momenti di massima crisi di Mussolini e del movimento, dopo il caso del delitto Matteotti (qui puoi trovare una lezione sull’argomento: https://library.weschool.com/lezione/sintesi-fascismo-benito-mussolini-vittorio-emanuele-III-6993.html). Il fatto naturalmente suscitò molte polemiche contro l’autore, accusato di aver compiuto una scelta opportunistica per trovare finanziamenti per la propria compagnia teatrale. In seguito, Pirandello sarà tra i firmatari del “Manifesto degli intellettuali fascisti” (1925) di Giovanni Gentile e nel 1929 verrà accolto nell’Accademia d’Italia. A ciò però vanno aggiunte altre considerazioni: innanzitutto, non ci sono elementi nelle opere di Pirandello che possano far pensare ad una sua adesione effettiva all’ideologia fascista. Per di più, lo scrittore (e il contenuto filosoficamente pessimistico e nichilista delle sue opere principale) non fu mai particolarmente apprezzato dal regime, che ad esempio censurò la sua opera teatrale “La favola del figlio cambiato” del 1934. Insomma, tra i motivi della sua adesione al Fascismo - più che una vera e propria convinzione ideologica - possiamo indicare in generale il conservatorismo dello scrittore e la sua sfiducia verso le masse e nei confronti dell’azione politica delle democrazie liberali, che sembravano allo scrittore intimamente prive della capacità di modificare la situazione di crisi di quegli anni. Un saluto e buona giornata! :)

Grazie Luca, sei stato molto preciso e dettagliato, ti ringrazio per avermi fatto conoscere queste interessantissime notizie che non conoscevo! :) - Dennis Izzo 16 Febbraio 2015

Ciao Dennis, grazie a te: è stato un piacere! Buona serata! :) - luca ghirimoldi 16 Febbraio 2015