Ermeneutica

Definizione

Metodologia filosofica (dal greco hermeneutikè, ovvero “[arte, tecnica] dell’interpretazione”) che si occupa inizialmente della lettura e del commento di testi particolarmente oscuri e complessi, in particolare quelli sacri (si parla ad esempio di ermeneutica biblica e della dottrina dei quattro sensi di lettura della Bibbia: letterale, allegorico, morale, anagogico o escatologico). In età moderna, l’ermeneutica è stata elaborata soprattutto sotto l’aspetto teorico-metodologico da Friedrich Schleiermacher (1768-1834) agli albori dell’idealismo tedesco, e viene poi ripresa nelle riflessioni di Wilhelm Dilthey (1833-1911), Edmund Husserl (1859-1938), Martin Heidegger (1889-1976), e Hans Georg Gadamer (1900-2002).

Spiegazione

L’ermeneutica filosofica vede la sua massima fioritura in epoca moderna e contemporanea, quando Schleiermacher per primo ne amplia il senso da tecnica di interpretazione dei testi a problematica filosofica vera e propria, e poi quando Dilthey, in L’origine dell’ermeneutica (1901), spiega la struttura circolare del processo della conoscenza e dell’interpretazione (Dilthey userà l’espressione “circolo ermeneutico”, in tedesco hermeneutische Zirkel). In Husserl l’attività ermeneutica si collega con la “direzione intenzionale” della coscienza e con il suo orizzonte, mentre in Essere e tempo (1927) Martin Heidegger identifica il comprendere (e il ricercare la verità) come la struttura fondante dell’Esserci, o Dasein, secondo un nuovo approccio ontologico. Con Hans-Georg Gadamer (il cui contributo basilare è Verità e metodo del 1960) viene posto al centro della problematica ermeneutica il presupposto secondo il quale c’è conflittualità tra verità e metodo, in cui sono coinvolti tanto l’interprete quanto l’oggetto dell’interpretazione. Ogni nostro atto di interpretazione è sempre guidato da pre-giudizi e pre-comprensioni determinate dalla stratificazione nel corso del tempo delle nostre esperienze e che fungono da fondamentali ipotesi preliminari di decodificazione del testo (in particolar modo, quello letterario).